Qui Trieste – Redazione Aperta
Comunicazione, le scelte del Grand Rabbin

Schermata 07-2457224 alle 10.14.55La risposta degli ebrei francesi all’attacco antisemita al supermercato Hypercacher e alle numerose manifestazioni di odio; il rapporto tra identità nazionale e religiosa; le scelte strategiche del rabbinato sul tema delle aliyot da Parigi verso Israele: ospite a Redazione Aperta Yaël Hirschhorn, responsabile della comunicazione del Gran Rabbino di Francia Haim Korsia, leader spirituale della più grande comunità ebraica d’Europa.
“Sono di origine alsaziana – esordisce Yaël – francese da generazioni. Provengo da una famiglia dove l’educazione si fonda sui valori della Francia, mio nonno era un resistente. Proprio per questo il dibattito che si è aperto a gennaio è così importante: ci stiamo chiedendo chi siamo e dove andiamo”.
Dopo aver completato la propria formazione nella facoltà di scienze politiche di Sciences Po e aver ottenuto uno stage al Ministero della Giustizia francese, Hirschhorn ha ricevuto inaspettatamente una proposta di lavoro all’interno del Consistoire, l’ente istituito da Napoleone a cui competono decisioni in ambito religioso, dalla gestione delle sinagoghe alla rabbanut, e ha iniziato a lavorare per l’ex capo rabbino Gilles Bernheim.
“Accettando l’incarico – ha spiegato – ho anche chiesto che il mio nome non apparisse mai; preferisco lavorare dietro le quinte. Rav Korsia ha fatto delle precise scelte nella formazione di un nuovo team, affermando la sua particolare individualità. La stampa ha subito mostrato interesse per le sue posizioni e lo ha individuato come un influencer al quale rivolgersi per avere opinioni rispetto ai grandi dibattiti che coinvolgono la Francia”.
Ogni giorno, rav Korsia si confronta sulle decisioni da prendere in questo ambito: “Il rav preferisce non essere troppo presente sui media, ma calibrare i momenti giusti. Dopo l’attacco all’Hypercacher voleva recarsi immediatamente sul luogo, ma l’ho scoraggiato: non sarebbe stato giusto né da un punto di vista strategico né cauto rispetto alla sua sicurezza”.
“Nel mio lavoro – prosegue Hirschhorn – è necessario instaurare un contatto costante con i giornalisti: loro aiutano me, io aiuto loro. Mi hanno chiesto per esempio di aiutarli a cercare ebrei francesi da intervistare che, dopo essersi trasferiti in Israele, sono tornati in Francia. Una statistica dimostra che circa un terzo di chi fa l’aliyah dal nostro Paese, decide poi di tornare”.
La linea che il rav Korsia ha scelto di seguire è molto netta anche rispetto a Israele. “Durante l’ultimo conflitto tra Israele e Hamas – dice la sua assistente – il Gran Rabbino ha preferito non rilasciare commenti sulla politica da adottare nonostante le quotidiane richieste dei giornali. Una scelta precisa, coerente con il suo ruolo di leader spirituale e non politico e di rabbino capo di Francia, ovvero rappresentante degli ebrei francesi”.
Hirschhorn fa poi riferimento all’intervento di rav Korsia durante l’annuale appuntamento dell’ebraismo italiano al Moked di Milano Marittima: “Il rabbino ha spiegato come nelle sinagoghe francesi si faccia una preghiera per la salvezza della Repubblica e come lui abbia inserito una parte nuova, dedicata anche ai soldati. Ha proposto poi di ripristinarla in Italia, esprimendo una posizione personale e strettamente legata al suo rapporto con il paese”. Posizione a partire dalla quale era scaturito un vivace dibattito anche all’interno dell’ebraismo italiano.

Rachel Silvera twitter @rsilveramoked

(20 luglio 2015)