Qui Trieste – Redazione Aperta
Minoranze, i diritti da difendere
È con una ironia leggera ma tagliente che il professor Samo Pahor, noto per le sue battaglie in difesa della minoranza slovena, ha spiegato alla redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane riunita in questi giorni a Trieste, la lunga battaglia per il riconoscimento dei diritti della comunità che abita non solo in città, ma in tutta la fascia di confine che va da Muggia a Tarvisio.
Il discorso è presto passato dal racconto personale a un ragionamento molto più ampio: i tanti episodi in cui il semplice esercitare il diritto di parlare sloveno ha portato a situazioni paradossali.
Grande sostenitore della conoscenza e della consapevolezza come unica vera arma di difesa, Pahor ha snocciolato con impressionante precisione date, leggi, sentenze e ricordato nei minimi dettagli avvenimenti e controversie, mettendo a nudo la fragilità del sistema. “Dovete essere educatamente molesti, e se vi dicono che qualcosa non è possibile, chiedete immediatamente il numero della legge, la data del provvedimento. Informatevi, studiate, mostrate sempre di essere preparati e ben consapevoli dei vostri diritti”.
Conoscere la propria lingua, e conoscerla bene, è importante anche per non limitarsi a vivere in un presente privo di significato: “Chi non studia e non frequenta regolarmente la lingua dei propri avi – ha detto Pahor – rischia di perdere anche la possibilità di conservare la propria storia, la propria memoria. A partire dai diari, dalle lettere, dai documenti scritti dai nostri genitori, dai nostri nonni, per arrivare alla storia, alla letteratura, a tutto ciò su cui si basa la nostra identità. Non bisogna perdere il contatto con le proprie radici”. E, soprattutto, mai smettere di studiare, di documentarsi, di ricordare.
Combattere per una minoranza e perché i suoi diritti siano rispettati, ha concluso Pahor, non significa solo difendere il diritto di tutti i gruppi minoritari, ma anche – in ultima analisi – difendere i principi stessi, scritti nella Carta costituzionale, che sono alla base dell’idea di cittadinanza. E di civiltà.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(20 luglio 2015)