…Israele

Misteri della mente umana. Secondo logica i rapporti con il mondo islamico dovrebbero essere più difficoltosi in Israele, ma, mentre a Milano c’è chi rivendica il pagamento dell’Imu (o Tasi che sia) per non essere svegliato dal muezzin nel giorno in cui si conclude il Ramadan (un unico giorno l’anno), qui a Tel Aviv grande festa per le strade e muezzin di Yafo che cantano a più non posso. Ed ancora, mentre in Europa si costruiscono muri per proteggersi dai migranti che sfuggono alla morte (ne ha annunciato uno anche il sindaco del comune vicentino di Albettone, notoriamente un obiettivo strategico dell’Isis), si è prodotta un’intera letteratura contro il muro israeliano costruito a seguito di più di 1000 morti per attentati.
Insomma, si capiscono sempre le stesse cose: la critica europea di Israele è del tutto strumentale e talmente incoerente da rendere palese che la sua origine affondi nei più tradizionali pregiudizi antiebraici. E capiamo anche un’altra cosa, che dovrebbe far pensare tutti noi: se basta il canto di un muezzin un unico giorno l’anno a far scattare la reazione delle persone, non c’è rischio di una islamizzazione dell’Europa cristiana. Figuriamoci se a Milano si fossero vissuti i giorni della fine del Ramadan con centinaia di musulmani a fare grigliate nei parchi e sulla spiaggia, con decine di autobus da cui scendono donne col velo integrale e famiglie chiassose al seguito per la consueta gita al mare di Tel Aviv.

Davide Assael, ricercatore

(22 luglio 2015)