Wojtyla e l’abbraccio che ha segnato un’epoca

IMG_20150728_194949_panoramaÈ rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, a individuare l’immagine più potente. Le strade nei pressi di piazza San Pietro tappezzate di reclame pubblicitarie che raffigurano l’abbraccio tra Giovanni Paolo II e rav Elio Toaff pochi istanti prima della storica visita in sinagoga. Un’immagine che è simbolo di un’epoca e che, viene ricordato, testimonia l’incisività del papa polacco sui temi dell’incontro, del dialogo interreligioso e del reciproco riconoscimento.
Questa la premessa con cui si inaugura la mostra “Una benedizione reciproca”, dedicata ai rapporti tra Wojtyla e il mondo ebraico e ospitata in Vaticano, presso il Braccio di Carlo Magno e fino al 17 settembre, dopo nove anni di esposizione negli Stati Uniti e oltre un milione di visitatori.
Curata da James Buchanan e William Madges, la mostra raccoglie video, pannelli, fotografie, manufatti artistici e sottofondi acustici per rivivere punti di contatto e tappe fondamentali di questo cammino. “L’importanza della mostra non risiede nel racconto della storia passata ma nel messaggio per il futuro. Il nostro scopo – spiega Buchanan – è di condurre il visitatore lungo un viaggio attraverso il passato, con la speranza che abbia un impatto sul suo futuro e su quello della comunità in cui vive”. Tre sono gli scopi della mostra, incalza Madges, “educativo, commemorativo e di ispirazione”.
Alla presenza di una significativa delegazione della Comunità ebraica, guidata dalla presidente Ruth Dureghello, è padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, a fare gli onori di casa e a moderare un breve momento di confronto con i giornalisti. Tra gli ospiti che portano un saluto monsignor Matteo Maria Zuppi, vicario ausiliare di Roma, il sottosegretario di Stato del ministero della Difesa Domenico Rossi e il direttore dei musei vaticani Antonio Paolucci.

(Nell’immagine un momento della visita)

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