Israele – In carcere un leader estremista

MEIR-ETTINGERLunedì Meir Ettinger, nipote dell’estremista Meir Kahane, è stato arrestato dalle forze di sicurezza israeliane nella sua casa di Safed. Il motivo, “il suo coinvolgimento in organizzazioni estremiste ebraiche”, hanno fatto sapere dallo Shin Bet (il servizio israeliano d’Intelligence) e, ancor più, l’accusa di essere a capo di una cellula che pianificava azioni dirette a sovvertire l’ordine dello Stato. Il 24enne nipote del noto rabbino di estrema destra – Kahane predicava l’espulsione degli arabi da Israele e dai territori palestinesi – era da tempo nei radar delle autorità che lo ritengono tra i responsabili dell’incendio doloso che un mese fa ha danneggiato la Chiesa della moltiplicazione in Galilea. Ettinger nega ogni coinvolgimento nelle violenze e, attraverso il suo avvocato Yuval Zemer, fa sapere di essere stato scelto come capro espiatorio per calmare l’opinione pubblica dopo i tragici episodi di Gerusalemme e Duma. Proprio dopo i due attentati, uno contro una famiglia palestinese e l’altro compiuto nella Capitale israeliana durante il corteo per il gay pride, Ettinger aveva scritto sul suo blog (Hakol Hayehudi) un post, in cui dichiarava infondate le accuse contro di lui riguardo ai fatti della Chiesa della moltiplicazione, scagliandosi contro le istituzioni: “La verità deve essere raccontata. Non vi è alcuna organizzazione terroristica, ma ci sono molti, molti ebrei, molti di più di quanto si possa pensare, il cui sistema di valori è profondamente diverso da quello della Corte Suprema o dello Shin Bet, ebrei che non sono vincolati alle leggi ignoranti dello Stato, ma piuttosto a leggi eterne”. Una visione, quella di Ettinger, contro l’ordine costituito già espressa in passato, in quello che lui stesso aveva definito il “Manifesto dei ribelli”. Scritto nel 2013, il documento contiene un vero e proprio appello per “abbattere lo Stato” ovvero “rovesciare la sua struttura e la capacità di governare, per costruire una nuova istituzione”. “Per raggiungere questo scopo – scrive ancora Ettinger – dobbiamo fuori dalle regole istituzionali”. Come fuori dalle regole finì il partito creato dal nonno negli anni Ottanta, il movimento estremista “Kach”, bandito dalla Knesset nel 1985 in quanto ritenuto razzista. E sarebbe quel legame parentale con Kahane, secondo l’avvocato di Ettinger, ad aver spinto lo Shin Bet ad arrestare il suo assistito. “Un arresto spot”, ha dichiarato il legale seppur lo stesso Ettinger sia stato diverse volte fermato in passato dalle autorità. Il suo nome è cominciato a circolare negli ambienti più estremisti all’interno del mondo dei coloni circa sei anni fa, quando si oppose all’evacuazione dell’avamposto di Ramat Migron, in Cisgiordania. Da allora ha proseguito su questa strada, entrando a far parte secondo lo Shin Bet dei “giovani della collina”, un gruppo radicale considerato responsabile di diversi attacchi contro i palestinesi nella West Bank. A dare un’impronta ancor più estremista, secondo il quotidiano online ynet, al curriculum di Ettinger, la scelta di avvicinarsi alla yeshiva Od Yosef Chai, presieduta dal rabbino Yitzchak Ginsburgh: “una figura controversa – scrive ynet – arrestato per una serie di scritti sugli arabi, inclusi dei pamphlet che sostenevano che gli arabi non avessero diritto di vivere in Israele”.
Il nipote di Kahane è così entrato sempre più nell’orbita dell’intelligence israeliana, fino a diventare, come dichiarato dallo stesso Shin Bet durante l’ultimo arresto, il numero uno sulla lista degli estremisti da tenere sotto controllo.

(4 agosto 2015)