Oltremare – Kibbutz in città

danielafubini2Il massimo dell’ossimoro: un kibbutz in città.
Nel profondo dell’estate telavivese, quando l’unica cosa che si desidera (oltre ad essere in vacanza, possibilmente in alta montagna) è di stare in luoghi muniti di aria condizionata, può capitare di incontrare esseri umani che vivono in comuni nel bel mezzo della città. Si tratta di giovani, ovviamente, nell’accezione antica della parola giovane, e cioè giovane davvero, non quarantenne che crede ancora di avere venticinque anni. In alcuni casi possono essere giovani che per ragioni di studio o lavoro si sono inurbati, ma non hanno voluto abbandonare completamente la dinamica comunitaria della vita in kibbutz. Altri, si aggregano per affinità di stile di vita o perché essere diversi è ancora e sempre cool, soprattutto sotto i trent’anni.
Dunque ieri sera io volevo solo ascoltare una conferenza tenuta da una conoscente sulla questione del gas naturale in Israele e di come (e se) cambierà la nostra società, e invece mi sono trovata in uno di questi luoghi che stanno a metà fra il mai dimenticato CGE (Centro Giovanile Ebraico) e un rifugio per scappati di casa. In bagno asciugamani e spazzolini da denti sono la prova che qualcuno in effetti ci vive in quelle stanze attrezzate per piccole riunioni e corsi.
Nella stanza accanto un gruppo di scrittura creativa, al piano di sopra artisti assortiti e liberamente creativi.
Nell’unica grande città d’Israele, questi moti aggregativi ormai si vedono a tutti i livelli, anche fuori dallo stile di vita decisamente alternativo delle mini-comuni. I moltissimi che lavorano da indipendenti, invece di ricavarsi uno studiolo nei piccoli appartamenti telavivesi preferiscono andare a condividere spazi organizzati per ospitare persone singole o piccoli gruppi di lavoro. Sono le ‘hub’ in appartamenti, o palazzi interi come il WeWork, ristrutturati con lo scopo di ricavare quanti più possibili tavoli da lavoro e mini sale riunione.
E come nelle comuni cittadine le persone si incontrano e formano amicizie e famiglie, nei luoghi di lavoro in condivisione nascono nuove iniziative, compagnie e idee.
Anche nella Tel Aviv postmoderna, l’unione fa ancora la forza.

Daniela Fubini, Tel Aviv twitter @d_fubini

(10 agosto 2015)