Israele – Il Leviatano e la sfida energetica

.Dopo un lungo dibattito, forse ci siamo e Leviethan conoscerà il suo futuro. È stato infatti annunciato l’accordo tra il governo di Gerusalemme e il consorzio petrolifero americano guidato dalla Noble Energy in merito alla gestione dei giacimenti di gas – in particolare sullo sfruttamento di quello ribattezzato Leviethan – a largo delle coste israeliane. Come riporta il New York Times, dopo mesi di contrasti iniziati con la bocciatura da parte dell’autorità di controllo per l’energia della prima bozza di intesa, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato oggi l’accordo, affermando che “porterà nei prossimi anni centinaia di miliardi di shekel a favore dei cittadini israeliani”. Domenica il documento dovrà essere approvato in via definitiva dalla Knesset il parlamento israeliano. Le parti – governo da una parte e Noble Energy e Delek Group dall’altra – hanno deciso di fissare un tetto massimo per le future vendite a società israeliane e impegna il consorzio petrolifero a completare lo sviluppo del più grande giacimento di gas del Paese, il citato Leviathan, entro il 2020.
Novità di quanto siglato nelle ultime ore, è la previsione di un metodo diverso per calcolare il costo della fornitura di gas a terzi, che porterà gli utenti a risparmiare il 20 per cento in più sulla bolletta rispetto a quanto previsto in precedenza. Cambiamento deciso per venire in contro alle istanze dei consumatori, che, rispetto al precedente accordo, sostenevano di essere sacrificati a favore degli interessi delle aziende petrolifere. Della necessità di contemperare le due istanze, privata e pubblica, aveva scritto su queste pagine l’economista della Banca d’Italia Aviram Levy, sottolineando i diversi ostacoli posti di fronte a Netanyahu, tra cui un legame personale poco gradito all’opinione pubblica israeliana con il proprietario della Delek Group.
Il ministro dell’Energia, Yuval Steinitz, ha in ogni caso sottolineato che “l’accordo permette lo sviluppo dei giacimenti israeliani dopo anni di ritardo”, ricordando d’altra parte la necessità di avere l’approvazione della Knesset. “Sono sicuro passerà con una larga maggioranza”, ha dichiarato Netanyahu mentre, a favore dell’intesa, si è espresso anche il ministero delle Finanze, sottolineando come con la nuova versione siano state attuate in larga misure le raccomandazioni sollevate dai consulenti del governo e dal governatore della Banca centrale d’Israele Karnit Flug.
C’è chi vede in questa nuova fase – in caso in parlamento tutto fili liscio – una possibilità per Israele di sviluppare ulteriormente i rapporti con alcuni Paesi dell’area. Con l’Egitto, in particolare, era stato firmato mesi fa un contratto di fornitura e la nuova situazione legata allo sviluppo dei giacimenti israeliani potrebbe ulteriormente avvicinare il Cairo a Gerusalemme.

(13 agosto 2015)