Festival del film Locarno
Il fenomeno Amy Schumer

locarno schumerHa trent’anni e qualcosa, lunghi capelli biondi e non ci sta.
Non ci sta a chi la definisce ‘una comica donna’, celando un certo maschilismo di ritorno. Non ci sta a chi la vuole incasellare nella categoria ‘gli ebrei sono sempre più divertenti’ e soprattutto non accetta silenziosamente che nell’America del 2015 qualcuno possa entrare armato nella sala di un cinema dove stanno proiettando il suo film Trainwreck per uccidere.
Amy Schumer, protagonista dell’ultimo Festival del film di Locarno è la star del momento. Incensata come la Bridget Jones della generazione millenials, è stata apprezzata dal grande pubblico per la serie Inside Amy Schumer trasmessa su Comedy Central a partire dal 2013.
Ha poi scritto il suo primo film, Trainwreck (in Italia tradotto con il titolo Un disastro di ragazza), prodotto e diretto dal guru della comicità Judd Apatow, nel quale interpreta Amy, una ragazza refrattaria alle relazioni serie che si imbatte nel grande amore e innesca una serie di situazioni surreali. “Il 70% delle cose che racconto – ammette l’attrice – è accaduto davvero”. Ma, rassicura: “Il 30% non è reale”.
Nata nel 1981 a New York dal padre Gordon, di origine ebraica, e la madre Sandra Jones, Schumer è stata cresciuta come ebrea; un particolare sul quale non si esime dall’ironizzare: “La mia esperienza con l’ebraismo è stata la seguente: andavo al tempio ogni venerdì e alla scuola ebraica la domenica. Poi ho celebrato il mio bat mitzvah, e penso che quella sia stata l’ultima volta che sono entrata in una sinagoga. Non è stata una decisione che ho preso con consapevolezza, è solo andata così. Non è nemmeno stata una vera e propria scelta perché amo le tradizioni e i rituali ebraici, specie l’accensione delle candele”.
Schumer fa poi riferimento al suo bat mitzvah quando racconta gli entusiasmi nati dalla presenza della superstar del basket LeBron James nel suo film: “Da quando la gente l’ha saputo, tutti vogliono essere miei amici. Mi ha ricordato il momento nel quale dovevo mandare gli inviti per la festa del bat mitzvah e improvvisamente a scuola mi dicevano: ‘Hey mi piace il tuo look di oggi’ e io, piuttosto scettica, pensavo: Hey perché mi rivolgi per la prima volta la parola proprio adesso?”.
Ad aver voluto condividere il proprio ricordo di Amy da ragazza è stato poi il rabbino della sua famiglia, Jeffrey K. Salkin, attualmente alla guida del Temple Solel di Hollywood in Florida che sul proprio blog sul portale Religionews ha scritto: “Mi ricordo della famiglia Schumer molto bene. Erano una famiglia fantastica, sua madre era nel consiglio di amministrazione del tempio. E mi ricordo di Amy come una ragazzina dolce e simpatica che spesso faceva domande piene di arguzia durante l’ora di religione”. La sinagoga frequentata dagli Schumer all’epoca era la Central Synagogue di Nassau County a New York e il rabbino Salkin non può far a meno di notare la seguente cosa: “Il nostro tempio non era più divertente di qualsiasi altro tempio americano, eppure è stato frequentato da tanti ragazzi diventati poi comici famosissimi. Oltre ad Amy e sua sorella Kim, c’è Dave Attell che compare in Trainwreck ed è diventato famoso con Comedy Central e anche Rory Albanese, autore del Daily Show con Jon Stewart”.
Ma quale è il segreto dietro il successo di Amy Schumer? Dan Powell, suo produttore esecutivo lo riassume così: “Amy riesce a dire le cose più oscene nel modo più dolce possibile”. Disinibita, senza peli sulla lingua, la comica fa annegare le inibizioni in una risata. Miriam Levine su Kveller evidenzia quanto non sia affatto la tipica ‘nice Jewish girl’: “Schumer può essere volgare, cruda totalmente inappropriata. Ma usa il suo umorismo per veicolare messaggi importanti destinati sia a uomini che a donne”.
Uno su tutti il suo femminismo senza se e senza ma. Non chiamatela ‘una comica donna’ altrimenti risponderà: “Chissà come mai dei comici uomini non viene mai specificato il sesso”.
“Sono fiera di essere vista come una icona femminista – ha infatti spiegato a Locarno – tutti in questa stanza sono fieri di essere femministi. Ho appena ricevuto una e-mail da Gloria Steinem (un simbolo della lotta per i diritti delle donne negli anni ’60-’70) e ancora non ci credo di essere nella posizione per poter comunicare con lei”.
Oltre alla parità dei sessi, Schumer ha poi ingaggiato un’altra battaglia: quella contro il possesso delle armi in America. Dopo che, lo scorso 23 luglio, un uomo di sessant’anni ha fatto irruzione in un cinema della Louisiana, dove era in cartellone il suo Trainwreck, uccidendo due persone, Amy ha deciso di parlare: ha chiamato suo cugino Chuck Schumer, senatore dello stato di New York e insieme hanno organizzato una conferenza stampa per dire ‘no’ alle armi. “Voglio cogliere questa opportunità per dirvi come mi sento – ha dichiarato l’attrice – Siamo qui per dire basta alle sparatorie nelle nostre scuole, nei campus, nelle basi militari e persino nelle sale del cinema. Enough is enough. Quando è troppo, è troppo”.
E le consuete risate hanno fatto posto alle lacrime più amare.

Rachel Silvera twitter @rsilveramoked

(16 agosto 2015)