Pagine Ebraiche Settembre 2015
Un anno da sfogliare
Il 5775, che il prossimo Rosh Hashanah (il capodanno ebraico che cadrà il 13 settembre) lascerà il posto al 5776, è stato un anno complesso, segnato da sanguinosi attacchi terroristici, instabilità politica e dolorosi addii ad alcuni dei protagonisti dell’Italia ebraica. Ma non mancano le note positive e la voglia di guardare con fiducia e propositività al futuro.
A raccontare questo 5775 è, come ogni anno, il dossier Fatti e Persone, curato da Daniel Reichel, che attraverso il suo calendario dà una panoramica di ogni mese e con i suoi box offre approfondimenti sulle questioni caratterizzanti. In apertura a stendere un bilancio è il demografo Sergio Della Pergola, che traccia l’anno di Israele contrassegnato da una profonda solitudine del paese di fronte ad una crisi nell’ambito della politica estera (l’accordo nucleare dell’Occidente con l’Iran e la conseguente contrapposizione tra Obama e Netanyahu) e di politica interna (macchiata tristemente dagli ultimi fatti di Kfar Douma e l’attacco al Gay pride di Gerusalemme). Accanto a Della Pergola, sono numerosi gli interventi dei collaboratori di Pagine Ebraiche: David Bidussa si confronta con il concetto di “ponti”, Anna Foa indaga storicamente il dialogo tra le religioni, Anna Segre affronta gli ultimi episodi di violenza in Israele e Cisgiordania e sulla questione ritorna anche Francesco Lucrezi. Alberto Heimler e Renzo Bandinelli dicono la loro riguardo la nomina di Fiamma Nirenstein come prossimo ambasciatore dello Stato ebraico a Roma mentre il tema dell’identità si ritrova nelle parole di Davide Assael. Luca Michelini condivide un caso di demenza digitale che lo ha coinvolto personalmente e Saul Meghnagi si interroga sul ruolo dei giovani nella prospettiva dell’associazione Hans Jonas. Claudio Vercelli analizza poi i cambiamenti economici che coinvolgono il Mediterraneo mentre rav Alberto Moshe Somekh affronta la questione dell’anno sabbatico. Rav Gianfranco Di Segni ci svela gli insegnamenti appresi da Mosè grazie a Rabbi Aqiva, il sofer Amedeo Spagnoletto spiega perché il nostro destino dipenda anche dal fato.
È recente lo stanziamento ministeriale di sette milioni per contribuire ai lavori del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. Nel merito appare in apertura di giornale un’intervista al vicesindaco della città (e membro del cda del Meis) Massimo Maisto. “Il finanziamento in sé – spiega – è significativo a livello economico. Ma lo è anche il riconoscimento del ruolo svolto dal nostro museo a livello nazionale e internazionale: la riprova nel fatto che il Meis compare al fianco di eccellenze italiane come Museo degli Uffizi e Colosseo”.
La Giornata Europea della Cultura Ebraica, coordinata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, si propone al pubblico il prossimo 6 settembre con capofila Firenze, città storicamente privilegiata per sviluppare il tema di questa edizione: “Ponti e AttraversaMenti”. A parlarne, tra gli altri, il vicepresidente UCEI Roberto Jarach e la presidente della Comunità fiorentina Sara Cividalli. Mentre all’interno dello speciale dossier che appare sul giornale di cronache comunitarie Italia Ebraica il messaggio di questa edizione è sviluppato da diversi attori del dialogo a livello cittadino e nazionale.
La cultura che è ancora protagonista nella grande intervista di questo mese alla scrittrice Katja Petrowskaja, autrice del caso letterario “Forse Esther”. Petrowskaja racconta la propria scelta di scrivere in lingua tedesca e la riscoperta delle radici ebraiche della sua famiglia.
Molteplici gli spunti disseminati tra le pagine dal giornale. Dalla nuova attesissima prova del rav Roberto Della Rocca, “Con lo sguardo alla luna” (ed. Giuntina), all’appuntamento a Ferrara e Ravenna con un convegno internazionale dedicato al rapporto tra ebraismo e magia (già anticipato in un ampio dossier su Pagine Ebraiche). Spazio poi alla passione per le montagne che contrassegnò la vita di Primo Levi e all’arte raccontata da Alessandro Kokocinski. Nuove voci sul genocidio armeno dal libro di Michel Mikaelian “Haigaz chiamava” (ed. Libri liberi) mentre, a fianco, protagonista è il musicista israeliano Yuval Avital.
Il sociologo Enzo Campelli propone uno studio sull’atteggiamento sfavorevole nei confronti di di Rom, Sinti e Caminanti (RSC) segnato tristemente dal ruolo dei politici e dei media: “Rispetto ad ogni speranza di informazione attendibile – osserva Campelli – la campagna politico-mediatica di questi mesi costituisce l’esatto contrario, fatta come è di slogan urlati, falsità conclamate e razzismi bipartisan che non avvertono neanche più il pudore rituale del mascheramento”.
Nelle pagine dedicate a Israele un approfondimento si concentra sul rapporto tra il premier Netanyahu e il presidente Rivlin: due uomini dello stesso partito, il Likud, ma spesso lontani. Si indagano poi le le ragioni dietro la sfida lanciata dal gruppo Giyur Ka’halacha sul tema delle conversioni.
Si conclude con il consueto appuntamento con lo sport. In una Serie A che presenta ben cinque stracittadine l’occasione per declinare questa opportunità in un mix di identità, passione, agonismo.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(26 agosto 2015)