Israele sul grande schermo
Un sorriso contro l’intolleranza

kicking out shoshana“Ci ha fatto divertire e riflettere. I suoi personaggi, pur paradossali, rispecchiano in qualche modo la società israeliana”, commentano a caldo Eleonora e Laura, che in Israele hanno vissuto per motivi di studio; mentre si accendono le luci dell’Isola del Cinema e i titoli di coda scorrono sullo schermo incastonato nel Tevere.
Protagonista della serata, la commedia “Kicking out Shoshana”, regia di Shay Kanot, scelta per dare un’assaggio della prossima edizione del Pitigliani Kol’noa Festival, la kermesse dedicata al cinema israeliano e organizzata dal Centro Ebraico Il Pitigliani che tornerà a Roma alla fine di ottobre.
Il pubblico esprime giudizi generalmente positivi sulla pellicola che affronta in maniera leggera e surreale il dibattuto tema dei diritti civili, della libertà sessuale e della complessa identità della società israeliana. Al centro della scena, un calciatore della fantomantica squadra del Bnei Yerushalaim (liberamente ispirata al Beitar Yerushalaim, noto anche per le imtemperanze di alcuni suoi tifosi) che, per una serie di rocamboleschi eventi, viene costretto da un improbabile mafioso a dichiarare pubblicamente la propria (falsa) omosessualità. Il giovane si troverà a quel punto rifiutato dai compagni e dai supporter, ma rinascerà come icona gay dedita a incontri nelle scuole sulla tolleranza e l’accettazione del diverso, in una Gerusalemme multicolor. A dare il proprio saluto prima della proiezione, l’ambasciatore israeliano Naor Gilon, accolto dal direttore artistico dell’Isola del Cinema Giorgio Ginori: “Questo – ha dichiarato Gilon – è uno dei momenti di incontro in cui Italia e Israele si rafforzano attraverso la cultura, usando la lingua comune del cinema. La trama, partendo dallo stereotipo della virilità ostentata presente nel mondo del calcio vuole far capire come l’intolleranza e la non conoscenza siano alla base di tutti i problemi”.
“Il film è stato piacevole ma l’ho trovato un po’ lungo – spiega tra il pubblico Vincent – ma in fondo me lo aspettavo più provocatorio”.
A dare la propria opinione è poi Minna Scorcu, che si è occupata di sottotitolare il film in italiano: “Ho trovato la storia divertente, il racconto è tutto al limite del paradosso, ma in effetti rappresenta uno spaccato di una certa Israele. Tradurre mi ha richiesto molto tempo perché alcuni vocaboli erano decisamente gergali”. Presente anche Aurelio Mancuso, presidente dell’associazione Equality Italia che racconta a Pagine Ebraiche: “Il tema dell’omosessualità è stato solo il pretesto per andare più in profondità e parlare del pregiudizio in generale. Spero che il film continui a circolare in Italia”.

Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(Ha collaborato Francesca Matalon)

(2 settembre 2015)