…scontro

Molto interessante lo scontro che si profila all’orizzonte fra una rediviva Angela Merkel, forse memore delle decine di migliaia di profughi scappati dalle dittature comuniste in cui anche lei ha vissuto, e l’autocrate Viktor Orbán. Fino a questo momento, il premier ungherese aveva dimostrato sangue freddo nei confronti delle timide reazioni europee di fronte alle sue politiche ipernazionaliste ed autoritarie, ma questa volta tradisce nervosismo perché è ben cosciente che se la Germania comanda, lui deve eseguire e stare zitto; il che lo metterebbe in enorme difficoltà di fronte ad un’opinione pubblica da lui educata all’intolleranza e alla xenofobia. È pur vero che in Ungheria c’è chi è peggio di Orbán (tutto dire), ma ora la strategia pare mutare: non più la scelta del male minore, ma punire uno per educare tutti gli altri. Si parla di due Merkel diverse: una inflessibile contro la Grecia ed una umana contro l’Ungheria. A me pare si regoli, ora, sugli stessi principi. La contraddizione la si vedeva prima, sberle a Tsipras e carezze a Orbán.

Davide Assael, ricercatore

(2 settembre 2015)