Qui Torino – Giornata della Cultura Ebraica
“Porte aperte ai migranti”
“Pensando ai ponti, come non ricordare il film ‘La barca è piena’ e le immagini dei profughi ebrei, allontanati con burocratica fermezza da un paese civile e democratico come la Svizzera. Quelle immagini non possono non richiamare alle nostre menti le scene drammatiche dei profughi, oggi in fuga dai drammi dei loro Paesi sconvolti dalle guerre. Davanti a questo dramma non possiamo restare inerti: tutte le forze della società civile devono unire le forze per dare risposte concrete e immediate”. Lo ha affermato il presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni aprendo la Giornata della Cultura Ebraica nella città piemontese.
“Il Consiglio della Comunità – ha poi aggiunto – per dare un segno tangibile in questa direzione, verrà chiamato domani ad approvare una mia proposta per mettere a disposizione di una famiglia di profughi, in fuga da quelle barbarie, una nostra struttura abitativa”.
A seguire, tra gli altri interventi, anche quello del rabbino capo Ariel Di Porto con una riflessione sul termine della parola Ebreo- ivrì: “Il Midrash fornisce un’affascinante spiegazione, dell’assonanza con il termine ‘ever – lato – tutto il mondo è da una parte, dice il Midrash, e l’ebreo è dall’altra: Avraham è stato capace di andare contro tutto il suo mondo abbandonando la sua terra, la sua casa, rinnegando tutto ciò che conosceva per operare la forma suprema di attraversamento, quello che conduce a se stessi. La figura di Avraham ci insegna che ciascun individuo, se ne ha la volontà, può essere unico ed irripetibile, può costruire nuove strade e nuovi ponti.”
Al consigliere della Comunità Franco Segre il compito di illustrare la mostra interattiva allestita dalla Comunità “Ponti e Ponti: dalla metafora alla realtà e ritorno”. Hanno portato il loro saluto anche l’assessore del Comune Maurizio Braccialarghe, il presidente del Comitato Olimpico Torinese Interfedi, Valentino Castellani, il presidente del Concistoro valdese Patrizia Mathieu, rappresentanti della comunità islamica e della chiesa di quartiere.
Filippo Tedeschi
(6 settembre 2015)