Qui Mantova – Festivaletteratura
Ricordare il passato per interpretare il presente

mantova-festival Aperto ieri, il Festivaletteratura torna per il diciannovesimo anno a invadere Mantova di blu, il colore dominante della manifestazione che per cinque giorni riempie la città di libri, scrittori, e soprattutto di lettori. Le mappe del festival comprendono ogni anno un numero maggiore di luoghi, e sempre più spesso si impongono scelte difficili, tanto il calendario è pieno di appuntamenti interessanti. Grandi nomi e autori sconosciuti si incontrano in un festival sempre aperto, curioso, pronto ad ascoltare con attenzione le istanze più vive del dibattito culturale senza mai stancarsi di interrogare il passato. Aumenta ancora il ruolo dell’Archivio del Festivaletteratura, in crescita come la mole enorme di materiale che contiene, al punto che questa edizione può proporre addirittura un “Fantafestival”: grazie alla pubblicazione on-line dell’OPAC dell’archivio è possibile organizzare una playlist degli incontri e riascoltare e rivedere fotografie, registrazioni o altri documenti delle edizioni passate. E alcuni fra gli ospiti più affezionati della manifestazione si cimentano così davanti al pubblico nella costruzione di una sorta di giornata “ideale” costruita con incontri delle edizioni passate. E veramente tutto diventa possibile: si potrebbe costruire un intero programma fatto solo con i premi Nobel passati a Mantova, o un festival di scrittori israeliani o, perché no, anche di eventi dedicati ai noir, o alla filosofia, per mettere l’edizione 2015 in relazione con gli anni precedenti: migliaia di incontri, autori, letture e idee, ora disponibili per tutto il tempo del calendario. Ed è presente come ogni anno Pagine Ebraiche, proprio con il grande dossier che racconta l’anno appena trascorso, e fra la libreria, la sala stampa e i punti informazione le pagine del giornale dell’ebraismo italiano ripropongono al pubblico del festival ciò che la redazione giornalistica dell’Unione delle comunità Ebraiche Italiane ha ritenuto di mettere in evidenza fra quanto avvenuto nel 5775, insieme alla grande intervista alla scrittrice Katja Petrowskaja, protagonista letteraria dell’anno, e alle tante pagine dedicate alla cultura. E letteratura, cultura, cinema e arte, senza dimenticare il mondo del fumetto e dell’animazione e la musica sono temi trattati nel dossier di Pagine Ebraiche e compresi anche nel programma del Festivaletteratura, che già nelle prime ore ha offerto numerosi spunti di riflessione. La serata di apertura ha visto lo storico Carlo Ginzburg soffermarsi sulla forza comunicativa delle immagini, che quotidianamente “seducono, consigliano cosa comprare, spaventano e disorientano. E da sempre, la politica se ne serve per mantenere il popolo in soggezione o conquistarne il consenso”. L’analisi di alcuni degli esempi più noti, da Guernica al manifesto di Lord Kitchener con il dito puntato verso chi guarda, dal Marat di David al frontespizio del Leviatano di Hobbes, fatta ieri insieme a Salvatore Settis, ha portato a ragionare sulla possibilità di un rovesciamento di rapporti che liberi dal giogo delle immagini come strumento di potere. E più tardi un incontro che pareva più una chiacchierata in libertà ha mostrato come ci possa essere un terreno di incontro tra un illuminista radicale e un teologo islamico: Edgar Morin, filosofo e sociologo francese e Tariq Ramadan, influente intellettuale dell’Islam occidentale,hanno dimostrato come il dialogo può non solo avere luogo, ma anche trasformarsi in uno strumento per meglio decifrare la complessità del mondo e per difendere la libera circolazione del pensiero da integralismi e integralisti, contro i pregiudizi e contro la paura. Nella seconda giornata del festival molto attesto l’incontro con lo scrittore israeliano Assaf Gavron, intervistato da Corrado Augias, e due appuntamenti con le “Pagine nascoste”: Regarding Susan Sontag è il titolo del documentario dedicato a una delle intellettuali più influenti e provocatorie del ventesimo secolo, mentre Censored Voices è una produzione di Israele e Germania del 2015 che ricostruisce le testimonianze dei soldati israeliani che tornavano dalla Guerra dei sei giorni.

Ada Treves twitter @atrevesmoked

(10 settembre 2015)