Rosh Hashanah 5776 – Un anno per le mitzvot
Come ogni anno ci stiamo avvicinando ad un momento importante del calendario ebraico: Rosh Hahanah, il capodanno, è il giorno in cui si celebra la creazione del mondo e dell’uomo. Il giorno in cui l’intera umanità viene giudicata dall’eterno “Yom ha Din”, il giorno in cui si gettano le fondamenta per il nuovo anno a venire.
Queste fondamenta sono indicate dalla parola ebraica Yesod, parola che può essere letta anche come Sod Yud cioè, il segreto della Yud. Quella Yud che indica, nella mistica ebraica, la sapienza divina, la presa di coscienza di come rettificare e riparare gli errori commessi, ristabilendo equilibrio ed armonia in alto in basso nella nostra vita.
È questo il percorso di Teshuvah che abbiamo l’obbligo di intraprendere in questo periodo. I nostri Maestri ci insegnano di non leggere Teshuvah, ma bensì Tashuv He leggendolo ‘ritorna ad He’, ad Hashem (D-o), poiché tornando ad Hashem abbiamo il potere di riunire il mondo di sopra con il mondo di sotto, il mondo dell’anima con il corpo fisico, ristabilendo così armonia in tutto il creato.
L’augurio e la benedizione che mi sento di fare per il 5776 e quello che sempre più persone si avvicinino alla Torah e alle mitzvot scoprendo così i segreti del cielo e della terra.
Tachel Shana’ u Birkotea – inizi il nuovo anno con le sue benedizioni.
David Sciunnach, rabbino capo Comunità ebraica di Parma
(10 settembre 2015)