“Aiutare i profughi, un dovere ebraico”
Un contributo “per fare vivere l’imprescindibile versetto biblico ‘Amerai lo straniero come te stesso, perché sei stato straniero in terra d’Egitto’ (Levitico, XIX, 34)”. È quanto si sono impegnate a dare le maggiori istituzioni ebraiche francesi su iniziativa del Gran Rabbino Haïm Korsia e del Consistoire Central Israélite de France per portare il proprio aiuto nell’emergenza profughi che affligge l’Europa.
Ai rifugiati arrivati nei confini del paese sarà dunque offerta assistenza in campo amministrativo e medico, sostegno psicologico e umano, e accoglienza nel quadro di strutture già esistenti di bambini rimasti orfani. Una necessità, quella dell’aiuto reciproco, messa già in evidenza dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica dal tema “Ponti e AttraversaMenti”, che ha voluto dedicare “a quella parte dell’umanità, innocente e indifesa, che è costretta ad una fuga disperata dalla propria terra per tentare di salvare la vita propria e dei propri figli”, invitando a una presa di coscienza da parte di istituzioni e società civile. L’ebraismo, ha infatti sottolineato, “si basa su solidi principi e profonde radici che contemplano l’obbligo dell’accoglienza e del rispetto del diverso e dello straniero”.
Tra i numerosi firmatari del comunicato rilasciato in seguito a una riunione presso il Consistoire convocata dal suo presidente Joël Mergui insieme al rav Korsia, il Fonds Social Juif Unifié de France, il B’nai B”rith nazionale, l’Alliance Israélite Universelle, l’Union des Étudiants Juifs de France e la European Union of Jewish Students, con il sostegno del Conseil Représentatif des Institutions juives de France, l’organizzazione ombrello di tutte le istituzioni ebraiche francesi, e della Fondation pour la Mémoire de la Shoah.
“Con grande sensibilità nei confronti dell’impegno del governo e delle autorità pubbliche – fedeli in questo alla tradizione e ai valori dell’asilo politico e dell’ospitalità della Francia – di accogliere 24.000 persone sul territorio francese, tali organizzazioni, particolarmente scosse dall’angoscia e dalla sofferenza dei profughi, si uniscono allo sforzo di solidarietà della società civile”, si legge nel comunicato.
Oltre all’assistenza nelle procedure amministrative e mediche a cui devono sottoporsi gli uomini, le donne e i bambini che ogni giorno cercano riparo dalla guerra in Francia, all’offerta anche di un sostegno psicologico e umano per affrontare la difficile situazione, e all’accoglienza di bambini rimasti isolati in strutture preposte, ognuna secondo le sue aree di competenza e in stretta collaborazione con i loro partner, le organizzazioni ebraiche francesi hanno inoltre annunciato la messa a punto di altre iniziative, tra cui collette di vestiti e giocattoli per i più giovani. Istituzioni rappresentative, organizzazioni di stampo umanitario impegnate nella lotta per i diritti umani, unioni giovanili e associazioni benefiche si uniscono così in uno sforzo comune guidate, come si legge nel comunicato, “dal principio del Tikkun Olam, la riparazione del mondo, pilastro della tradizione ebraica e coscienti che quella che si combatte oggi è una lotta morale in una società spesso troppo segnata dall’individualismo”.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
(Nell’immagine un disegno di Giorgio Albertini che ritrae rav Haim Korsia)
(11 settembre 2015)