Rosh Hashanah 5776 – Un anno di regole
Di nuovo, l’anno trascorso ci ha messo di fronte ad eventi che non avremmo mai voluto immaginare: vere e proprie guerre di banditismo, che utilizzano l’arma del terrore mistificandola come azione di fede al solo fine di conquista e di potere; ondate di popolazioni in fuga o alla ricerca di una dignità della propria esistenza, anche al prezzo di una altissima percentuale di vite perdute; nuovi sconvolgimenti delle economie mondiali, che di volta in volta abbattono i miti e le teorie del progresso; e potremmo continuare…
Politici, demagoghi e gente comune si parlano addosso pensando di avere sempre le soluzioni risolutive, nella stessa maniera in cui si sentono commissari tecnici per la formazione della squadra più vincente. Ma noi siamo disorientati; sentiamo che questi eventi sono, spesso, troppo più grandi di noi; siamo consci che la responsabilità è dell’uomo, ma che l’uomo ha perso la capacità di correggere profondamente i propri errori e la volontà di rimettere le cose a posto anche accettando di rinunciare a qualcosa.
Da ebrei, dobbiamo essere convinti che le regole che ci sono state dettate, se ci concentriamo e le interpretiamo nella maniera più corretta, siano ancora adatte alla salvezza dell’umanità; che i comportamenti che ci sono stati insegnati possano garantire la sopravvivenza fisica ed intellettuale; che per il mondo intero vi sia sempre possibilità di miglioramento e redenzione.
Questo è ciò che desidero augurare per il prossimo anno, ai singoli ed alle collettività, all’ebraismo e per il mondo intero.
Davide Romanin Jacur, presidente Comunità ebraica Padova
(11 settembre 2015)