Porta Pia 5776
Fiscalità delle attività degli enti religiosi, accuse alla Chiesa di ingerenze nella politica nazionale, simboli religiosi cattolici nei luoghi pubblici, richieste di nuovi diritti civili e così via, sono argomenti sempre in discussione, anche in questi giorni, che dimostrano come la carenza di laicità permanga forte in Italia.
Nemmeno il dibattito su profughi e immigrati si salva, in una insana e contrapposta polarizzazione tra chi li vede “angeli” a prescindere e chi li individua come “demoni” a prescindere, senza la volontà di considerarli, invece, quali individui e come tali portatori di diritti e doveri da applicare secondo legge. Ecco allora che improbabili “difensori della fede” di una supposta “nostra cultura”, non di rado a corrente alternata, insorgono e si gettano strumentalmente nella mischia. Nel celebrare il 145mo della Breccia di Porta Pia non si compie, quindi, un atto nostalgico bensì si ravviva la percezione dell’esigenza che il raggiungimento di una vera società aperta, quindi laica, sia obbiettivo primario essenziale.
È infatti grazie a questa forma di società che le diverse espressioni del credere e del non credere, possono convivere libere, in reciproco rispetto, nella comune osservanza delle regole di convivenza dettate dalle leggi civili dello Stato che funge, pertanto, da garante, quando necessario anche severo.
Dice bene il Presidente della Repubblica quando rileva che “la libertà religiosa è alla radice delle libertà civili” ma ciò non può rimanere un semplice enunciato, specialmente in un paese che ancora, nonostante i numerosi tentativi, non riesce a darsi una legge sul diritto religioso che superi, auspicabilmente, i privilegi e gli squilibri del Concordato.
Buon 20 Settembre a tutti, quindi, nel ricordo anche della chiusura del Ghetto di Roma e con un pensiero a un protagonista ebreo di quell’evento, il capitano Giacomo Segre (zl) al quale venne demandato di ordinare il tiro della prima cannonata.
Gadi Polacco