L’appello dei rabbini inglesi
“Cameron apra le porte ai profughi siriani”

cameron“Caro primo ministro, siamo i rabbini e cantori delle comunità ebraiche del Regno Unito, molti dei quali figli di ex rifugiati. Le scriviamo per dirle che è arrivato il nostro turno di aprire i cancelli ai migranti che stanno scappando dalla tirannia e dal male, spesso solo con pochi abiti addosso e i loro figli tra le braccia”.
Si apre così la lettera che 104 rabbini inglesi hanno inviato al premier David Cameron chiedendogli di attuare una politica efficace in merito all’accoglienza dei profughi siriani in arrivo in Europa. Un appello, iniziativa dell’associazione Tzelem che da due anni si dedica all’impegno dei rabbini in campo economico e sociale, che richiama il passato errabondo degli ebrei: dall’Esodo dall’Egitto diretti verso una lontana terra promessa, all’accoglienza a Londra dei bambini ebrei sfuggiti dalle persecuzioni naziste. “Ricordiamo – scrivono infatti i firmatari – l’impegno e il coraggio dei cittadini di questo paese che aprirono le loro case per accogliere 10.000 bambini che fuggivano da Hitler. Lo chiamiamo Kindertransport ed è ancora una volta il simbolo della speranza nei valori della Gran Bretagna. La luce della bontà umana che illumina gli angoli più bui della storia”.
Un riferimento, che richiama inevitabilmente l’intervento fatto all’inizio del mese dall’ex rabbino capo del Commonwealth Jonathan Sacks. “Per la situazione attuale, ci vorrebbe un progetto come quello del Kindertransport attuato nella Seconda guerra mondiale – ha spiegato il rav alla BBC, aggiungendo – L’Europa è sotto esame per la prima volta dopo il conflitto mondiale e l’Unione europea è stata creata come riconoscimento del valore dei diritti umani dopo le guerre e la Shoah: è terribile vedere come certi scenari ritornino”.
Nella loro lettera i rabbini di Tzelem non condividono inoltre la scelta del piano di Cameron che prevede l’accoglienza di 20.000 profughi distribuiti nei prossimi 5 anni: “Se guardiamo ancora all’esempio della Seconda guerra mondiale, ci rendiamo conto di quanto sia stata importante un’azione immediata per salvare migliaia di bambini. Facciamo in modo che il Kindertransport ci faccia da ispirazione ed accogliamo 10.000 rifugiati nei prossimi sei mesi”. Un piano, quello suggerito dai rabbini inglesi, che si deve interrogare anche sull’inserimento dei migranti nel mondo del lavoro: “Molti di loro – aggiungono – parlano perfettamente inglese, un’integrazione rapida potrebbe farli diventare autonomi non più dipendenti dal governo e in grado di dar il proprio contributo alla società”. Il vero aiuto che si può dare a prossimo, citano Maimonide, è infatti renderlo autosufficiente. “La comunità ebraica inglese – concludono – è pronta pronta a raccogliere cibo e vestiti ed a provvedere all’educazione. Facciamo in modo che i nostri figli possano raccontare un giorno che questa nazione ha ascoltato il grido d’aiuto dello straniero”.

r.s. twitter @rsilveramoked

(22 settembre 2015)