Qui Roma – L’Europa di tutte le culture
Quali sono i mezzi di comunicazione più adatti per veicolare l’interculturalismo? Chi è l’altro? Come rendere l’Europa un’isola felice nella quale convivere tra diversi? Sono stati questi alcuni dei dibattiti che hanno animato la giornata di ieri organizzata dal Parlamento europeo in collaborazione con il ministero dell’Istruzione dell’università e della ricerca e numerose organizzazioni, tra cui l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “Come costruire un’Europa di tutte le culture?”, questo il titolo dell’iniziativa, ha visto la partecipazione di di educatori, sociologi, esponenti di comunità religiose e studenti che, attraverso il metodo dell’Open Space Technology, hanno proposto argomenti di discussione e si sono divisi in gruppi avendo il fine ultimo di redigere un documento contenente una proposta in tema di interculturalismo che poi verrà esaminata dalla commissione Cultura del Parlamento europeo.
Tra i partecipanti, anche la consigliera dell’Adei Wizo (Associazione donne ebree d’Italia) Ziva Fischer, che si è dimostrata soddisfatta: “Ho molto apprezzato il metodo utilizzato. L’Open Space Technology permette di essere non più passivi ma attivi”. A colpire particolarmente Fischer è stato il confronto con la dottoressa Suzanne Mbiye Diku che ha aperto una finestra sull’importanza della dignità umana e della lotta alla disumanizzazione data dal consumismo. “Si vuole un’Europa più politica e meno economica”, ha spiegato il gruppo della Diku.
“La metodologia che abbiamo usato è sicuramente molto interessante – spiega il pedagogista Saul Meghnagi – lo spazio di confronto ha favorito le relazioni e ha permesso ai partecipanti di intervenire liberamente. L’unico punto di domanda che mi è rimasto è dato dal fatto che non abbiamo potuto rileggere e confrontarci sul documento finale redatto. Credo sarebbe stato importante condividerlo e capirne la sorte”. “Durante i dibattiti – prosegue Meghnagi – ho condiviso l’idea che un’ipotesi di laicità non significhi ateismo. Ho apprezzato poi che si siano chiariti i rapporti tra religioni e stato di diritto e tra mondo religioso e istituzioni pubbliche”.
A concludere i lavori, il messaggio del presidente della commissione Cultura del Parlamento europeo Silvia Costa: “Questo incontro è stato molto importante per noi e aspetto con impazienza di conoscerne gli esiti. È strategico riuscire a tracciare la strada rispetto a quelli che sono i temi più caldi per l’Europa. Sarebbe bello poter avere un tavolo permanente sul tema. Il recente incontro con il direttore generale dell’Unesco Irina Bokova ha evidenziato come l’educazione interculturale sia fondamentale. La strada è già tracciata ma dobbiamo fare di più, dobbiamo trasformare i muri in ponti e luoghi di condivisione”.
Aveva intanto suscitato perplessità, dopo il saluto istituzionale del parlamentare europeo Lorenzo Cesa, l’intervento a sorpresa della parlamentare Alessandra Mussolini. Alcuni di fronte al suo discorso hanno preferito abbandonare la sala.
“La Mussolini ha tutto il diritto di intervenire dove vuole – ha commentato il Consigliere della Comunità ebraica di Roma Daniel Funaro – e gli organizzatori hanno il diritto di invitarla dove preferiscono, magari avvertendo chi partecipa e chi patrocina che gli ospiti sono diversi da quelli previsti”.
r.s. twitter @rsilveramoked
(25 settembre 2015)