Israele, Italia, Egitto l’accordo sulla Libia
Una accordo a tre – Italia, Israele ed Egitto – per lavorare alla stabilità politica della Libia e fermare i miliziani dell’Isis nel Mediterraneo. Questa la proposta del premier Matteo Renzi da portare oggi al summit dell’Onu e da sottoporre al presidente Usa Barack Obama. Roma, Gerusalemme e il Cairo condividono interessi politici, economici e di sicurezza nazionale sul fronte libico e da qui – secondo quanto riporta La Stampa – il raggiungimento di un accordo tra i tre governi per una collaborazione nello scenario nordafricano (cooperazione suggerita dal generale Al Sisi), in particolare in funzione anti-Isis. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, continua il quotidiano torinese, ha dato il suo appoggio al collega italiano Matteo Renzi – che ha fatto da ponte con il Cairo – che oggi presenterà agli Stati Uniti, all’interno del Palazzo di Vetro di New York, il progetto sul fronte libico. Oggi, al summit dell’Onu, sarà anche il giorno dell’atteso discorso del presidente russo Vladimir Putin, impegnato, come spiega il Corriere della Sera, a risollevare la sua posizione attraverso un nuovo impegno in politica estera, e in particolare in Medio Oriente: il Cremlino è sceso direttamente in campo in Siria, al fianco del regime di Assad, e si propone agli Stati Uniti come partner nella guerra contro l’Isis.
Israele secondo Keret. Su Repubblica un’intervista allo scrittore israeliano Etgar Keret, che parla del suo rapporto con Tel Aviv, con Israele e con la scrittura. Quando scrivo fiction mi sento bene, come se galleggiassi nell’aria, quando mi chiedono un editoriale è invece come se dovessi andare a vuotare la spazzatura o a lavare i piatti”, afferma Keret che poi sottolinea la sua preoccupazione rispetto all’aggressività espressa sui social network ogni volta che esprime un’opinione sui giornali. “Devo confessare che quando scrivo un editoriale ormai è come se già sapessi che mi prenderò un cazzotto in faccia. Perché sui social network ti attaccano in modo estremamente diretto, violento. Con minacce molto esplicite”, spiega l’autore parlando del contesto israeliano, in cui, ha l’impressione che siano aumentati “l’intolleranza e gli estremismi”. Un’atmosfera che per Keret non coinvolge Tel Aviv. “Credo che abitare a Tel Aviv sia un privilegio, ma è come avere un biglietto di prima classe su un volo destinato a schiantarsi”.
Giorgio Israel (1945-2015). L’Osservatore Romano ricorda oggi il matematico Giorgio Israel, scomparso venerdì scorso, affidandosi alle parole della storica Anna Foa e del direttore della redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale. “La sua scomparsa — aveva scritto Anna Foa sulle pagine di Avvenire, riprese sull’edizione odierna dal quotidiano vaticano – lascerà il segno nel nostro mondo culturale già tanto impoverito e sempre più livellato verso il basso”. “Nella scienza come nella politica – continua l’Osservatore – aveva molto da insegnare, scrive Guido Vitale, direttore di Pagine Ebraiche, ricordando ‘la forza del suo slancio, l’impegno del suo lavoro, il coraggio delle sue idee, la scontrosità della sua ruvida, autentica amicizia’”.
Milano, Comunità ebraica al fianco di Ismail. Secondo le ricostruzioni del Giornale, la dirigente del Pd e antropologa musulmana Maryan Ismail sarebbe stata contestata all’interno del suo partito per aver di fatto criticato la gestione del Comune di Milano rispetto al progetto legato alle moschee da da realizzare in città. Secondo Ismail, rispetto ai bandi diretti all’assegnazione di aree pubbliche da destinare all’edificazione di luoghi di culto, “La maggioranza dei musulmani, laici e moderati, sono stati esclusi”. Per queste posizioni, Ismail sarebbe stata duramente criticata da una parte del partito. Nei suoi confronti arriva invece la solidarietà della Comunità ebraica di Milano, attraverso le parole del presidente Raffaele Besso: “Non entriamo nelle polemiche politiche – ha detto Besso al Giornale – l’unica cosa che possiamo dire è che Maryan Ismail è un’amica del popolo ebraico e noi non possiamo che stare con lei, a cui esprimiamo solidarietà e vicinanza con tutto il cuore”.
Salone del libro, ospite Arabia Saudita. Anzi no. L’Arabia Saudita non sarà il Paese ospite dell’edizione 2016 del Salone del Libro. A chiederlo, riportano La Stampa e Repubblica (nelle sue pagine dedicate a Torino) sia il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino sia il sindaco di Torino Piero Fassino. Un appello arrivato dopo la diffusione della notizia del caso di Al Mohammed Al Nimr, il ventenne condannato da Riad ad essere crocifisso. Secondo Comune e Regione la partecipazione di un Paese che detiene il record mondiale di esecuzioni capitali alla Fiera del Libro è inopportuna. Il 6 ottobre il Cda della Fiera deciderà sulla questione.
Immaginare il mondo senza la Shoah. Nelle librerie il romanzo del giornalista francese Grégory Samak, “Il libro del destino”. “Samak – scrive il Corriere – ha ripreso la storia biblica di un libro nel quale sono già scritti i destini di tutti gli uomini, e racconta la decisione di Elias (il protagonista) di usarlo per cambiare gli eventi e cancellare la Shoah”. Il libro, afferma il giornalista, è una denuncia contro i rigurgiti antisemiti e di intolleranza emersi in Europa. “Il senso del mio romanzo – afferma Samak al Corriere – è la lotta contro questo oblio, è un tentativo di risposta all’antisemitismo che è sfociato nell’attentato al supermercato kosher del gennaio scorso a Parigi. Quando vedo quel che accade alla frontiera dell’Ungheria, come vengono trattati i profughi, mi convinco che avevo ragione a scrivere Il libro del destino”.
Daniel Reichel
(27 settembre 2015)