Abu Mazen accusa Israele,
no agli accordi di Oslo

rassegna L’Autorità nazionale palestinese non si sente più “vincolata agli impegni firmati con Israele”. È quanto ha affermato nel suo discorso pronunciato a New York all’Assemblea generale della Nazioni Unite il presidente dell’Anp Abu Mazen, mettendo così in dubbio la validità degli accordi di Oslo stipulati con il governo di Gerusalemme nel 1993. “Fino a che Israele rifiuta di impegnarsi sugli accordi firmati con noi rendendoci un’autorità senza poteri reali e si rifiuta di fermare le attività d’insediamento e di liberare i prigionieri palestinesi, non abbiamo altra scelta”, le accuse del leader palestinese, riportate oggi sulla Stampa. “Proteggeteci”, l’appello poi rivolto all’Onu, nella cui sede è avvenuto ieri il primo alzabandiera palestinese. Come sottolinea il Corriere, Abu Mazen è sempre più debole nei sondaggi in Cisgiordania e la messa in dubbio degli accordi appare come un tentativo di rilanciare la sua posizione ma a che prezzo? Di “parole ingannevoli”, parla il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il cui discorso è atteso oggi al Palazzo di Vetro. Netanyahu “ha anticipato che smonterà ‘le bugie palestinesi’ sulle intenzioni d’Israele di cambiare lo status quo nei luoghi sacri all’Islam, come la Moschea al-Aqsa, teatro di scontri fin dal luglio scorso. E che ribadirà tutto il suo impegno per la pace” (Corriere).

Israele, nuova tensione. L’Osservatore Romano racconta le tensioni al confine tra Israele e la Striscia di Gaza, seguita al lancio palestinese di un razzo nel territorio di Ashdod, intercettato dall’Iron Dome. Poche ore dopo, l’aviazione israeliana ha colpito quattro postazioni nella Striscia. Il portavoce dell’esercito Peter Lerner ha dichiarato che “Hamas è responsabile di ogni attacco” proveniente dalla zona. Un razzo, lanciato dalla Siria, è esploso ieri anche nelle alture del Golan, senza provocare vittime né danni. Per il momento le autorità israeliane escludono che quest’ultimo fosse un attacco intenzionale e presumono che l’incidente vada ricondotto agli intensi combattimenti in corso da giorni sul versante siriano.

Gelo siriano tra Mosca e Washington. Primi raid aerei della Russia in Siria contro l’Isis ed è già polemica con gli Stati Uniti. Il Cremlino è infatti accusato di aver colpito non solo i miliziani del Califfato ma anche i ribelli che si oppongono al dittatore siriano Bashar Al Assad: sarebbero 27 i civili coinvolti nell’attacco russo, di cui sei bambini. Mosca ha negato con forza, riporta il Corriere della sera, affermando di aver colpito depositi e punti di comando dell’Isis, ma secondo la Casa Bianca alcune bombe sono state lanciate anche su Homs e Hama, città in cui sono concentrate le forze dei ribelli anti-regime. Dopo un apparente apertura tra Washington e Mosca è dunque tornato il gelo: per il presidente russo Putin è necessario “colpire i terroristi lì dove sono” e i suoi uomini appoggeranno l’esercito siriano “solamente nella sua battaglia legittima contro i gruppi terroristici”, ma lo scetticismo americano si riflette nelle parole del ministro della Difesa statunitense Ash Carter, secondo cui l’approccio di Mosca è “come gettare benzina sul fuoco, una strategia destinata a fallire”.

Giardino dei Giusti, l’ok tecnico. Un nuovo passo in avanti per il progetto di riqualificazione del Giardino dei Giusti sul Monte Stella a Milano, con il nulla osta per i lavori arrivato ieri dai tecnici della Conferenza dei servizi, che passa quindi ora la palla alla giunta. Restano tuttavia sul piede di guerra i comitati contrari, dalla cui parte si è schierato il Consiglio di Zona 8 che, riporta il Giorno nelle sue pagine milanesi, ha approvato una delibera con “parere negativo” (non vincolante), a cui si sono opposti Sel e Pd.

La solidarietà del Binario 21. È arrivato a tremila il conto dei profughi accolti per la notte, a partire da quest’estate, al Memoriale della Shoah di Milano, in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio. Avvenire racconta alcune delle storie di quegli uomini, donne e bambini provenienti prevalentemente da Siria, Eritrea e Iraq, in fuga dal terrorismo e dalla guerra.

Milano, imbrattato muro antifascista. Per la quarta volta in meno di un anno è stato nuovamente deturpato con la firma del gruppo neofascista di Forza Nuova, con svastiche e croci celtiche, il murale di Niguarda, a Milano, dedicato alla Resistenza, con la scritta “Niguarda antifascista”. L’opera, riportano le pagine milanesi del Corriere, verrà ripristinata già oggi.

“Pecore in erba”, oggi nelle sale. Esce oggi nelle sale cinematografiche “Pecore in erba”, film presentato alla Mostra del cinema di Venezia e vincitore del premio “Civitas Vitae”, recensito su molti quotidiani. Il regista esordiente Alberto Caviglia tratta in un mockumentary, un falso documentario ispirato a Zelig di Woody Allen, il tema dell’antisemitismo in maniera del tutto innovativa, “per rispondere con la satira come s’addice all’irridente spirito yiddish” (Corriere della sera).

I crimini di Assad. Il dittatore siriano Bashar Assad è da ieri sottoposto in Francia a un’inchiesta giudiziaria per crimini contro l’umanità. Il processo si basa sulla testimonianza di César, nome in codice del fotografo della polizia militare incaricato dalla burocrazia di catalogare le vittime della repressione, che ha tradito il regime facendo arrivare in Occidente 45 mila immagini di 11 mila persone torturate e uccise nella carceri di Assad, raccontando la sua esperienza in un libro (“Opération César) che ha fatto partire l’inchiesta, la cui uscita avverrà il 7 ottobre. Il Corriere pubblica alcuni stralci del libro.

L’affaire ‘Nadine Morano’. Arriva anche sui giornali italiani lo scandalo che oltralpe coinvolge l’eurodeputata ed ex ministro neogaullista Nadine Morano, che in un talk show televisivo ha dichiarato che “la Francia è un Paese di razza bianca”. La Stampa riporta che ieri, dopo quattro giorni d’intense polemiche, incluse quelle dei Républicains che hanno denunciato un forte oltraggio ai valori del partito di destra francese, è arrivata anche la reazione del suo leader Nicolas Sarkozy, che ha chiesto agli organi direttivi del partito di sanzionare Morano, revocandole la candidatura come capolista nelle elezioni regionali di dicembre in Meurthe-et-Moselle.

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked

(1 ottobre 2015)