Qui Torino – “Il pregiudizio messo a nudo”
Dissacrante, originale e raro, se non unico nel panorama del cinema italiano, arriva questa sera nei cinema di molte città italiane il film “Pecore in erba”, di Alberto Caviglia, reduce dai successi di Venezia, dove ha vinto il Premio Arca Cinema Giovani per il miglior film italiano in concorso.
L’uscita nelle sale, dopo un’anteprima romana, è stata salutata con grande successo nelle due anteprime di Milano e di Torino, dove si è visto chiaramente che il mockumentary, ossia il falso documentario, che alterna biografia, interviste e pareri di personaggi noti per fare il punto sull’antisemifobia, piace alla gente, che ride a scena aperta e applaude a lungo alla fine della proiezione il regista Alberto Caviglia e il protagonista Davide Giordano, entrambi in sala alle due anteprime.
Molti giovani tra il pubblico delle anteprime milanese e torinese, così come tanti esponenti delle due Comunità. In sala, all’anteprima del Cinema Nazionale di Torino, anche il vicepresidente dell’Unione, Giulio Disegni, che ha sottolineato come l’opera prima di Alberto Caviglia costituisca un tassello importante nella storia del cinema perché “con assoluta originalità e immediatezza affronta uno dei luoghi comuni più diffusi nel mondo dei pregiudizi e lo aggredisce, se così si può dire, attraverso il paradosso, ribaltando gli schemi tradizionali a cui siamo abituati trattando di antisemitismo”.
L’importanza del film, ha aggiunto Giulio Disegni, “sta nel mettere a nudo le ipocrisie che originano il fenomeno della discriminazione e del pregiudizio antisemita, che purtroppo è sedimentato in molti strati, anche insospettabili, della società e come abbiamo visto negli ultimissimi tempi è diffuso tra fasce di età e classi sociali le più diverse. Ritengo possa costituire un utile strumento, anche dal punto di vista didattico, per affrontare in modo nuovo ed efficace una piaga del mondo contemporaneo”.
A dare il suo parere poi è il produttore cinematografico Daniele Segre: “Il film mi è piaciuto molto – spiega – e mi ha fatto sorridere anche per una certa dose di auto-ironia”. “Forse – aggiunge – la pellicola durava troppo vista la decisione di adottare un genere come quello del mockumentary. Nel complesso però mi è sembrato un ottimo lavoro e spero che il messaggio che porta in sé venga recepito”.
“Ho apprezzato ‘Pecore in erba’ durante l’anteprima torinese. L’ho trovato un film intelligente che, attraverso l’idea geniale del paradosso, affronta un tema difficile come l’antisemitismo in maniera coraggiosa”, commenta Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica di Torino e spettatore entusiasta. “Dopo un certo disagio iniziale – continua – il film si dimostra efficace e mi auguro che porti a degli effetti positivi. Spero possa far riflettere i giovani portandoli a superare i cliché dati dal pregiudizio perché la satira è un ottimo strumento per ragionare. Dobbiamo seppellire l’antisemitismo sotto una risata”.
Roberto Fubini, tra gli spettatori, ci tiene poi a precisare: “Io sono un critico notoriamente rigidissimo e devo ammettere che ‘Pecore in erba’ mi è piaciuto da pazzi. Quando ho visto al cinema ‘La vita è bella’ e ragionandoci sopra ho detestato il tipo ironia adottata, apprezzando molto di più la poeticità di un film come Train de vie intriso di cultura yiddish. Anche il film di Caviglia richiama la tradizione yiddish ma ha la capacità di mescolare elementi estremamente moderni. Ho trovato la pellicola ricchissima di trovate interessanti e sottigliezze che rivelano la conoscenza del regista in fatto di cinema. Forse avrei tolto i dieci minuti finali, ma ho davvero apprezzato il taglio inedito e la capacità di aver trattato l’antisemitismo senza mai cadere nello squallore”.
“Questo film potrebbe averlo girato Woody Allen da ragazzo o Spielberg ai tempi di Duel. È un punto di inizio e non d’arrivo e l’unica pecca è che forse la pellicola dura troppo. Il rischio è che un pubblico non ebraico non riesca a capire fino in fondo il messaggio. Io però mi sono divertito molto”, ci commenta poi Gabriele Levy.
Conclude infine Simone Disegni: “Mi è piaciuta molto l’interpretazione di Davide Giordano, ovvero il protagonista Leonardo Zuliani, e pensare che nel film non parla mai! Caviglia ha un’ironia tagliente che è quasi martellante. Sono rimasto colpito anche dal cameo dei personaggi pubblici che appaiono nelle scene – penso a Enrico Mentana, professionale come sempre – e che sono la dimostrazione di quanto il regista sia stato persuasivo nel convincerli a partecipare al progetto. Il film ne esce così rafforzato e ancora più comico”.
Ora la parola è al pubblico delle sale che da stasera vedranno “Pecore in erba” al cinema e a Roma grande appuntamento stasera con regista e attori alle 20 al cinema Quattro Fontane.
(Nell’immagine, il regista Alberto Caviglia, l’attore Davide Giordano e il vicepresidente UCEI Giulio Disegni)
(1 ottobre 2015)