Expo – Archeologia, il ponte tra Italia e Israele
Italia e Israele, due paesi caratterizzati dalla presenza di un patrimonio archeologico di vastissime proporzioni e dal valore inestimabile. Non poteva dunque che partire da questa comune ricchezza la riflessione sul tema dell’Expo milanese dedicato alla nutrizione e alle risorse del pianeta, andando alla scoperta delle tracce più antiche delle tecnologie legate allo sviluppo dell’irrigazione e dell’agricoltura nei panorami culturali delle due aree geografiche. Il risultato di questa ricerca è l’argomento del “Simposio bilaterale di archeologia Italia Israele”, che si svolgerà al padiglione israeliano dell’Expo il 7 e 8 ottobre, realizzato dall’Ambasciata d’Israele a Roma e dal ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo.
“La conoscenza dell’immenso patrimonio culturale di Italia e Israele, unite dal Mar Mediterraneo, culla comune delle nostre civiltà, è parte integrante dell’identità culturale dei nostri popoli ed è indispensabile per creare tra di essi legami inscindibili” ha dichiarato Eldad Golan, Addetto Culturale dell’Ambasciata Israeliana a Roma. Ed è proprio da una cooperazione, quella tra il Politecnico di Milano e l’Istituto Shenkar di Tel Aviv al fine di musealizzare l’antica città di San Giovanni d’Acri (Akko), patrimonio mondiale dell’umanità, che prenderanno avvio i lavori, attraverso i racconti di esperti italiani e israeliani su come l’agricoltura ha influenzato la formazione della cittadella templare e di tanti altri panorami culturali nei due paesi. Passando dalle Alpi alla Sardegna, da Firenze al nord d’Israele – attraverso gli interventi, tra gli altri, dell’architetto israeliano naturalizzato italiano David Palterer e della responsabile della Soprintendenza ai beni archeologici della Regione Lombardia Raffaella Poggiani Keller – sarà dunque un viaggio tra archeologia e modernità, in cui un ruolo determinante per lo sviluppo territoriale è giocato dai riconoscimenti dell’Unesco e dalla protezione dei siti.
Ma non poteva essere che l’acqua, bene indispensabile per qualunque sviluppo agricolo e particolarmente prezioso in una terra arida e desertica come Israele, la grande protagonista del Simposio. A rappresentare questo ruolo chiave nella vita dell’uomo in modo bene visibile sul paesaggio sono le vestigia degli acquedotti romani, diffusi in tutta l’area mediterranea fin dall’epoca di Augusto. Attraverso lo studio di tutte le costruzioni e i reperti ritrovati in tutta l’area, opere sorte per soddisfare l’esigenza dello sfruttamento delle acque a fini agricoli risalenti ai periodi e alle culture più diversi dell’antichità, si potrà osservare la loro naturale evoluzione nelle moderne tecnologie di irrigazione goccia a goccia, esempio di eccellenza israeliana. Attraverso questo sistema, Israele ha potuto trasformare i suoi deserti in campi coltivati, costituendo un modello capace di dare delle risposte all’emergenza della siccità e un filo diretto tra Storia e futuro.
f.m. twitter @fmatalonmoked
(4 ottobre 2015)