Expo Milano – Il convegno di archeologia
Tutela del passato, sfida comune

IMG_20151008_115231L’incontro fra due culture, i punti di contatto tra due realtà che hanno in comune una storia e i segni che essa ha lasciato sul territorio ma anche un domani ricco di sfide. Questo lo spunto di riflessione offerto dal Simposio bilaterale di archeologia Italia Israele, al via ieri al padiglione Israele di Expo Milano, realizzato dall’ambasciata d’Israele in Italia e dal ministero italiano dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. “Parlare di archeologia significa occuparsi della storia della civiltà, ma anche di come essa possa essere messa in circolo nel futuro”, ha osservato l’architetto Federico Bucci, che ha moderato la prima sessione del convegno, nel corso della quale sono intervenuti Raffaella Poggiani Keller, dirigente della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, l’architetto israeliano naturalizzato italiano David Palterer, Monica Abbiati, responsabile dell’Unità operativa di valorizzazione dei siti UNESCO, del patrimonio archeologico e degli itinerari turistico-culturali della Regione Lombardia, e l’architetto Raanan Kislev, direttore del dipartimento di conservazione della Israel Antiquities Authority (IAA). Protagonisti della seconda sessione dedicata alla gestione dell’acqua nel corso dei millenni, gli studiosi israeliani Uzi Dahari, vicedirettore dell’IAA, Omry Barzilai, direttore del dipartimento di Preistoria dell’ente e Joseph Uziel, direttore degli scavi archeologici per la Israel Antiquities Authority, che si sono concentrati sull’evoluzione dei sistemi di raccolta della risorsa e dei modelli di irrigazione nell’area mediorientale dal neolitico fino all’epoca bizantina. A chiudere la due giorni di convegno, gli interventi di Marco Minoja, soprintendente archeologico della Sardegna, e Gianfranca Salis, archeologo del Mibact, sul sistema di raccolta dell’acqua nell’isola italiana; la struttura della Valle dei Templi di Agrigento il tema trattato da Maria Concetta Parrello, archeologa della Regione Sicilia; “Roma caput mundi dell’acqua”, il titolo dell’intervento di Marina Piranomonte, della Soprintendenza speciale per l’area archeologica della Capitale.
“Il patrimonio comune a Italia e Israele è costituito dai pilastri della società occidentale, e crea un legame inscindibile tra diverse terre – ha affermato Eldad Golan, addetto Culturale Ambasciata di Israele in Italia – e non poteva esserci luogo migliore dell’Expo per parlarne”. Uno spazio, quello del Padiglione israeliano, che si è affermato come il luogo prediletto di incontri e scambi tra i due paesi, come ha poi osservato l’ambasciatore israeliano in Italia Naor Gilon. Tale confronto è così potuto partire da alcuni casi esemplari di valorizzazione del paesaggio culturale che riguardano la Lombardia, ricca di importanti siti pre-protostorici come la Valle Camonica, significativi per la tipologia del patrimonio archeologico e per le scelte adottate. “Grazie a un’ottima collaborazione interistituzionale, che coinvolge la Soprintendenza, la Regione e gli Enti locali, ma anche privati proprietari, negli ultimi anni la Lombardia è stata un interessante ed esemplare ‘laboratorio’ per la conservazione, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio archeologico – ha sottolineato Poggiani Keller – con molti e vari nuovi interventi che offrono una gamma interessante di soluzioni a diversa scala e su varie tipologie di contesti e paesaggi archeologici”.
Sull’azione su diversi tipi di paesaggi e sull’incontro tra architettura e archeologia si è concentrato anche Palterer, che ha illustrato due progetti di musealizzazione di aree archeologiche, la necropoli di Pill’ è Mata in Sardegna e il Palazzo Medici Riccardi a Firenze. Il sito sardo, che “perso in una zona di capannoni produttivi ha ritrovato la sua presenza come ‘capannone culturale’”, e il palazzo fiorentino, trasformatosi “ in un museo di se stesso” con vari rinvenimenti al suo interno che tracciano la storia della città”, mostrano come “l’archeologia e l’architettura agiscono congiuntamente sul passato ma lo fanno vivere nel presente”, ha affermato Paletrer.
Kislev, che ha sottolineato anche “l’importanza per il futuro del patrimonio culturale dell’implementazione di un’istruzione specifica, fin da bambini“. Un aspetto, quello della sensibilizzazione della popolazione, che ha avuto particolare rilevanza nel progetto da lui guidato di sviluppo dell’antica città di San Giovanni d’Acri (Akko), in cui sono state incoraggiate e rafforzate le relazioni tra i residenti della zona e il patrimonio locale. “Creare una consapevolezza e un’identificazione con i siti archeologici – ha evidenziato – contribuirà notevolmente a formare un sistema urbano completo che integri abitazioni, siti culturali, attività commerciali e attrazioni turistiche”. E su queste ultime si è concentrato anche l’intervento di Abbiati, che ha descritto il ruolo determinante per lo sviluppo territoriale giocato dai riconoscimenti dell’Unesco e dalla protezione dei siti.