La rassegna settimanale di melamed
A scuola di cattivo gusto

melamedbannerMelamed è una sezione specifica della rassegna stampa del portale dell’ebraismo italiano che da più di tre anni è dedicata a questioni relative a educazione e insegnamento. Ogni settimana una selezione della rassegna viene inviata a docenti, ai leader ebraici e a molti altri che hanno responsabilità sul fronte dell’educazione e della scuola. Da alcune settimane la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane aggiunge al lavoro di riordino e selezione settimanale un commento, per fare il punto delle questioni più trattate sui giornali italiani ed esteri. Per visualizzare la newsletter settimanale di melamed cliccare qui.

Il prof di religione: “Ebrei? Galline in fuga”

“Il prof di religione” è il titolo di un nuovo “docureality” settimanale – prima puntata sabato 10 ottobre – che su Tv2000 punta a “far venire voglia di non ‘bigiare’ l’ora di religione. Il programma è stato affidato ad Andrea Monda, scrittore e saggista, laureato in Giurisprudenza e in Scienze religiose presso la Pontificia Università Gregoriana e docente di religione nelle scuole superiori “per passione”. Monda, che usa per le sue lezioni la propria passata esperienza di giornalista di cinema e letteratura utilizzando film, cartoni animati, canzone, arte e poesia per spiegare la Bibbia, ha spiegato: “La mia lezione di religione non è catechismo, non è chiacchiera, è mediazione culturale che attinge a un enorme bacino di immagini, temi e suggestioni connessi con l’attualità”. Curioso il suo racconto di una lezione tipo: “Sarà una puntata di mezz’ora che seguirà il programma scolastico cui dobbiamo attenerci. Quando spiego l’ebraismo, ad esempio affrontando l’Esodo, faccio vedere una clip di Galline in fuga della Dreamworks perché rappresenta in maniera molto efficace la dinamica psicologica degli Ebrei. Come i protagonisti del cartone animato chiusi in gabbia, anche il popolo d’Israele desidera la libertà, ma al tempo stesso ha paura di affrontare il deserto, perché libertà vuol dire responsabilità”. Eppure alla domanda : “Si porrà anche il problema di come raccontare l’islam?” aveva risposto: “È un campo molto delicato dove occorre coniugare il rispetto per le altre religioni e il rispetto della verità. Le religioni non sono tutte uguali, occorre sottolineare ciò che unisce e ciò che è punto di distinzione. Alla fine la lezione è: si può essere credenti o non credenti, ma non si può essere superficiali”
Miniculpop in Lombardia. “Il consiglio regionale della Lombardia ha approvato ieri una mozione della Lega Nord che chiede di ‘contrastare la diffusione della teoria gender nelle scuole lombarde’. A sostegno del documento si è schierato tutto il centrodestra, che ritiene la cosiddetta ‘teoria gender’, bersaglio negli ultimi mesi di una feroce e scomposta campagna, ‘un pericolo per i bambini’. Contro, invece, hanno votato le opposizioni Pd, Patto Civico e M5S, che hanno parlato di ‘disinformazione’.” Così il 7 ottobre il Fatto ha raccontato, in un articolo intitolato “Miniculpop lombardo” la scelta della Regione Lombardia che a scrutinio segreto ha approvato una mozione che, si lette in una nota illustrativa dovrà intervenire “sulle autorità scolastiche a livello regionale e provinciale perché vengano ritirati dalle scuole libri e materiali che promuovono la cosiddetta teoria del gender”. Lo stesso documento chiede “il rispetto del ruolo predominante dei genitori nell’educazione alla affettività dei figli e un loro coinvolgimento nelle strategie educative delle scuole lombarde”.
Lo stesso giorno il Giornale, in apertura delle pagine milanesi intitolava “Il libro della principessa col pisello” riferendosi al libro che racconta la storia di Zaff, un bambino che non vuole diventare né calciatore né re. Lui vuole fare la principessa. Con la gonna, i tacchi e i capelli lunghi. Sarebbe “l’ultimo libro gender in circolazione in parecchie scuole materne lombarde” da cui è nata la mozione anti gender approvata nell’aula del Consiglio regionale da tutta la maggioranza di centrodestra. In aggiunta, scrive Libero nelle pagine milanesi lo stesso giorno, il Carroccio ha lanciato un appello ai sindaci lombardi, invitandoli a promuovere iniziative simili nei loro comuni, “sulla scia di quanto deciso recentemente a Venezia dal neoeletto sindaco Luigi Brugnaro”.
This ad is gender neutral. Compare su l’Avvenire, il 7 ottobre, la notizia che il marchio Diesel non si è limitata a ricorrere all’ambiguità di genere – pratica diffusa da anni in pubblicità – ricorrendo a uno slogan che fa riferimento esplicito alla neutralità di genere. “Secondo Alberto Contri, che insegna Comunicazione sociale allo Iulm, questo tipo di pubblicità agisce come ‘una sorta di avallo del tentativo ideologico di abolire il genere, perché per sua natura la pubblicità si adegua ai mutamenti sociali aderendovi e rafforzandoli'” Secondo l’intervistato la marca ha fatto una “furbata”, “con una pubblicità che vuole appositamente apparire neutra nel genere e dice a tutti: noi non prendiamo posizione. Per noi è indifferente il genere. Anzi sei dawero moderno se non parteggi per nessun genere.Tu, consumatore, scegliperte quello che vuoi essere. Per questo i due ragazzi della pubblicità sono ambigui. Possono essere questo o quello, indifferentemente”. E continua: “Il messaggio che ne emerge è evidente: ‘Essere ambigui è bello. Ambiguità è la vera modemità. II genere non esiste più’. Sono le stesse radici antropologiche dell’umanità a essere messe in discussione”.
Omofobia e bullismo a scuola. Una ricerca effettuata la scorsa primavera fra 800 liceali dai 16 ai 19 anni da Laboratorio adolescenza, assieme alla Società italiana di medicina dell’adolescenza con la supervisione dell’università di Trento mostra come il tema dell’omosessualità sia ancora un tabù, con il 40 per cento dei ragazzi che pensa che “nell’intimità ognuno è libero di fare quel che vuole, ma in pubblico due omosessuali dovrebbero evitare manifestazioni d’affetto”. Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio adolescenza, sottolinea che i ragazzi “pur sembrando emancipati, hanno uno spiccato senso della vergogna, del pudore, dell’intimità e manifestano la permanenza di un tabù su certi argomenti. In ogni caso è più tollerata l’omosessualità femminile che quella maschile. Le ragazze sono molto più aperte e tolleranti”.(Repubblica Milano, 4 ottobre)

Ada Treves twitter @atrevesmoked

(11 ottobre 2015)