Informazione – International edition
Rifugiati, una risposta ebraica
Una risposta ebraica alla crisi dei rifugiati. Sull’edizione internazionale del giornale dell’ebraismo italiano molto spazio è dedicato al tema dei migranti e alle iniziative che le istituzioni ebraiche hanno messo in campo per offrire un contributo, come raccontato dossier pubblicato dall’ultimo numero di Pagine Ebraiche, e presentato in questa uscita. Dalle posizioni etiche in tema di rapporti con lo straniero, fino alle porte aperte ai migranti di Comunità e altri luoghi, tra cui il Memoriale della Shoah di Milano, che ha accolto oltre 3,000 rifugiati, e la cui storia è stata ripresa da grandi testate internazionali, come ricordato da Daniela Gross nella rubrica Italics.
Tra le storie proposte, anche il tornado che negli scorsi giorni ha gravemente danneggiato la sinagoga di Livorno, con la promessa delle istituzioni cittadine di ripristinarne al più presto l’agibilità, e il successo di “Pecore in Erba”, mockumentary del giovane regista ebreo romano Alberto Caviglia, che dopo aver debuttato al Festival del Cinema di Venezia è ora nelle sale italiane.
Il film è tra l’altro raccontato nel numero di ottobre del giornale dell’ebraismo italiano, riepilogato per il pubblico di lingua inglese su Pagine Ebraiche International. Tra i contenuti, gli auspici per il nuovo anno di 15 rabbini, e i commenti del demografo Sergio Della Pergola sugli ultimi dati riguardanti la popolazione ebraica nel mondo.
Nell’area pilpul, Daniela Fubini racconta da Tel Aviv l’ultima ondata di terrorismo in Israele paese “che fu costruito, negli anni ’20 e ’30, sulle arance”, prima che di avere la tecnologia, prima di avere le autostrade. “Ottant’anni dopo, tutti noi guidiamo usando Waze, abbiamo Intel nei nostri computer e una piccola scatola con una bandiera israeliana (SpaceIL) sta per essere inviata sulla luna. Eppure, se ogni giovane palestinese trasforma ogni coltello per tagliare le arance del paese in un’arma, tutta la nostra tecnologia e futuristica imprenditoria, torna indietro al 1929. E visto che è una questione di scelta, dobbiamo convincerli a lasciare perdere i coltelli, e questo richiede un bel po’ di lavoro”, conclude Fubini.
È in lingua francese il Bechol Lashon di questa settimana, con le parole del rav Benedetto Carucci Viterbi. “L’uomo – nel suo percorso di elevazione spirituale – sperimenta continuamente passi avanti e indietro. Questo, alla fine della sua vita, è il messaggio di Mosè quando dice ‘Non potrò più uscire ed entrare’.”
Il direttore della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale sceglie invece una frase del poeta Charles Péguy per la sua rubrica It Happened Tomorrow: “Essere in anticipo, essere in ritardo, che inesattezza. Essere puntuali è la sola esattezza possibile”.
Rossella Tercatin
(12 ottobre 2015)