Israele, la tensione
non si arresta

rassegnaLa popolazione civile e i militari israeliani continuano ad essere oggetto di aggressioni e accoltellamenti. Di ieri la notizia di quattro diversi attentati compiuti in una sola giornata da parte di terroristi palestinesi che hanno ferito sei israeliani, ispirati anche dagli ultimi video pubblicati in rete che incitano ad “uccidere gli ebrei”. Il Corriere racconta così una delle aggressioni, perpetrata da due adolescenti ai danni di loro coetanei: “I due ragazzini escono di casa, quartiere di Beit Hanina nella parte araba di Gerusalemme, con le armi pronte. Il coltello e la mannaia servono per provare a uccidere, per colpire gli ebrei israeliani come hanno visto nei video diffusi su internet. Sono cugini, hanno 13 e 15 anni, la loro vittima ha la stessa età del più piccolo: stava pedalando sulla sua bicicletta”. E se la tensione non sembra arrestarsi, i civili israeliani si attrezzano per difendersi da soli, muniti di zaini protettivi e spray urticanti: a raccontarlo è la Stampa, ma anche la rubrica Oltremare di Daniela Fubini pubblicata ieri sul notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24.

Israele e la disinformazione. Così Furio Colombo sul Fatto Quotidiano: “Fra poco Israele darà una sua risposta. Non sappiamo ancora se sarà o apparirà eccessiva, ma dubito che sarà diversa da quella che adotterebbe il governo belga o finlandese se qualche gruppo, ideologico o etnico, cominciasse a prendere a coltellate i cittadini di quei Paesi”.
“No, qui comincerà la seconda narrazione – prosegue il giornalista – E non avrà a che fare con il problema: come si risponde al pericolo di essere accoltellati in strada uno per uno? Si dedicherà, temo, alla vocazione coloniale di Israele. E ai fatti si aggiungerà il ricordo dei tanti episodi di una lunga e sanguinosa vicenda che comprende tutte le repressioni di Israele, ma non include mai tutti gli attacchi subiti da Israele”. Il Foglio accusa: “Lo Stato ebraico, oltre ai coltelli della Terza Intifada, deve affrontare anche un nemico più sinuoso: la disinformazione”. Un esempio oggi in edicola: il Manifesto pubblica un appello di Marwan Barghuti, condannato a cinque ergastoli per omicidio in Israele, definendolo inappropriatamente “il Mandela palestinese”.

La biblioteca scomparsa. Si aprirà domani al Teatro Villa Torlonia il ciclo di incontri dedicato alla preziosa biblioteca (e fondo rabbinico) della Comunità ebraica romana trafugata il 14 ottobre del 1943, due giorni prima del drammatico rastrellamento nel vecchio ghetto. L’iniziativa è promossa dal Comune di Roma, l’Assessorato alla Cultura e l’Istituzione delle biblioteche in collaborazione con la Comunità ebraica capitolina e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L’appuntamento di domani vedrà il confronto tra il sofer Amedeo Spagnoletto e la scrittrice Nadia Terranova, accompagnati dalle letture dell’attore Olek Mincer (Corriere Roma).

“Chiarezza sull’attentato alla sinagoga”. Sul Corriere si segnala l’incontro in ricordo dell’attentato del 9 ottobre 1982 alla sinagoga di Roma svoltosi ieri a Montecitorio. “ Nessuno ha pagato per quello scempio”, denuncia la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello. “Ci sono troppi buchi neri e cose che non tornano in quella storia” incalza Gadi Tachè, il fratello del piccolo Stefano ucciso dai terroristi palestinesi.

Giardino dei Giusti, nuova mobilitazione. Diffuso in queste ore un nuovo appello a favore del progetto di ampliamento del Giardino dei Giusti sul Monte Stella a Milano, oggetto negli ultimi mesi di alcune polemiche. A sottoscriverlo, tra gli altri, Ferruccio de Bortoli, Umberto Ambrosoli e Andrée Ruth Shammah: “La grandezza e la qualità di una città non si misurano solo attraverso i traguardi economici che essa raggiunge – si legge – ma anche attraverso le scelte che fa, i valori civili che propone” (Corriere Milano).

“È una spia”. E Teheran condanna il giornalista. Jason Rezaian, corrispondente del Washington Post a Teheran, è stato incarcerato con l’accusa di spionaggio e condannato in segreto: rischierebbe fino a venti anni di prigione. “Il verdetto è un’ingiustizia oltraggiosa” prende le sue difese il direttore della testata Martin Baron, che già aveva chiesto l’intervento dell’Onu. L’idea di Teheran, riporta la Stampa, potrebbe essere quella di usare il giornalista come merce di scambio per far liberare dei prigionieri iraniani detenuti in Usa.

Priebke, un vergognoso omaggio. In occasione dell’anniversario della morte del criminale nazista Erich Priebke, a Tivoli sono comparsi manifesti che lo celebravano. L’azione è stata rivendicata dagli estremisti di destra della comunità militante tiburtina (Messaggero).

Torino-Israele-insieme per il progresso Due giorni per studiarsi, confrontarsi e cercare nuovi terreni di lavoro comune: questo lo scopo dell’incontro, al via domani, tra l’Università e Politecnico di Torino e una delegazione del Technion-Israel Institute of Technology (Il Giornale del Piemonte).

La scalata di Bernie. Repubblica dedica oggi un ritratto a Bernie Sanders, candidato alle primarie democratiche per l’elezione a presidente degli Stati Uniti. Figlio di ebrei di Brooklyn fuggiti dalla Polonia nazista, Sanders ha vissuto qualche anno anche in un kibbutz e, presentatosi come indipendente, sembra crescere inaspettatamente nei sondaggi.

Unioni civili, la politica discute. Arresti, passi indietro e spaccature: si delinea così la discussione sulle unioni civili che ieri ha visto un no da parte del ministro dell’Interno Angelino Alfano per quanto riguarda la stepchild adoption, ovvero la possibilità di poter adottare il figlio biologico del compagno. Intanto a Napoli viene trascritto l’atto di nascita di un bambino figlio di due donne (Corriere, tra gli altri).

Il Sinodo che divide. Suscita scalpore in ambienti cattolici la lettera di alcuni cardinali a papa Bergoglio in cui si contestano i nuovi metodi applicati al Sinodo. A rendere noti i contenuti – scrive tra gli altri il Messaggero – è il vaticanista Sandro Magister, “divenuto il punto di riferimento del blocco più conservatore”

Un amore impossibile. Finalista al Prix Europa 2015 di Berlino, scrive oggi il Corriere del Trentino, il film tv “Max e Hèléne”, girato tra Bolzano, Merano e Magrè che racconta la storia d’amore di uno studente ebreo e la figlia di un convinto antisemita. La fiction è ispirata all’omonimo romanzo di Simon Wiesenthal, l’indimenticabile cacciatore di criminali nazisti.

Rachel Silvera twitter @rsilveramoked

(13 ottobre 2015)