Qui Milano – Per Israele, contro il terrorismo
Al fianco dello Stato d’Israele, per opporsi a tutto ciò che il terrorismo rappresenta: violenza, odio, sopraffazione. È l’appello con cui la Comunità ebraica di Milano invita a partecipare alla manifestazione di oggi pomeriggio davanti al Tempio Centrale di via Guastalla. Sarà una fiaccolata accompagnata da una maratona oratoria per dare un segnale di solidarietà alla popolazione israeliana, duramente colpita in queste settimane dal terrorismo palestinese, per ribadire i valori e i principi democratici che Israele rappresenta e prendere fermamente posizione contro la violenza e contro chi istiga all’odio. Tutta la cittadinanza, sottolinea la Comunità e le altre associazioni promotrici dell’iniziativa, è invitata a partecipare all’appuntamento che avrà inizio alle 18 e vedrà la presenza tra gli altri dell’ambasciatore di Israele in Italia Naor Gilon, dei presidenti della Keillah milanese Raffaele Besso e Milo Hasbani, del vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, assieme ad altri rappresentanti delle istituzioni, giornalisti, figure del panorama culturale della città, così come iscritti e non alla Comunità ebraica. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica di fronte alle violenze ma anche denunciare alcune storture dell’informazione: “Israele, l’unico paese democratico della regione, – si legge nella nota diffusa dalla Comunità – dove i diritti dell’uomo vengono rispettati e garantiti da una giustizia indipendente, dove la rappresentanza delle minoranze arabe è in parlamento, dove l’opposizione e i media hanno libertà di espressione e riunione, viene fatta passare per aggressore”. Da qui la richiesta degli organizzatori di “portare luce sulla verità” e ricordare la minaccia quotidiana che i terroristi di Hamas, di Hezbollah e ora anche dell’Isis, portano a Israele, agli ebrei ma anche a tutte le società democratiche. “Fino a che i sostenitori di questi movimenti terroristici non capiranno che la lotta per la libertà e per i diritti non può passare attraverso la morte di decine o centinaia di vittime innocenti solo a causa di una distorta interpretazione del concetto di sacrificio e martirio, non potrà esservi pace e sviluppo sociale. – il messaggio del vicepresidente UCEI Roberto Jarach – Israele sa bene cosa vuol dire sacrificarsi per i propri diritti e per i propri ideali: vuol dire lottare e difendersi, ma mai porsi come obiettivo il male e la morte dei ‘nemici’”. E nello spiegare la situazione del Medio Oriente l’informazione gioca un ruolo fondamentale ed è al mondo dei media che si rivolge il presidente della Comunità di Milano Besso che chiede “un’informazione più corretta, più serena e più equilibrata. Non chiediamo la luna, mi pare. In fondo chiediamo solo il diritto degli ebrei a passeggiare per strada senza il terrore di essere aggrediti. Da Gerusalemme a Milano. E ci dispiace molto che nel 2015 dobbiamo ancora scendere in piazza per difendere questo nostro diritto”. Una posizione condivisa da Andrea Jarach, presidente nazionale del Keren Hayesod – Fondo di solidarietà con Israele, che ai media, rispetto alle complessità mediorientali e alle minacce del terrorismo islamista, chiede “di guardare questo fenomeno al di là di pregiudizi e di cogliere il quadro globale. I terroristi hanno dichiarato il loro programma di sterminio. E se i primi sono gli ebrei subito dopo veniamo tutti noi”.
Daniel Reichel
(21 ottobre 2015)