…simmetria

Domenica sera alla stazione centrale degli autobus di Beersheva un giovane terrorista beduino israeliano sobillato e pompato dal fanatismo islamista entra tra la folla, ammazza a colpi di pistola e di pugnale un soldato e ferisce altre dieci persone. Uno dei feriti, un lavoratore eritreo, erroneamente individuato come un secondo terrorista viene linciato da un gruppo di scalmanati vendicativi. Il terrorista ingaggia una sparatoria con la polizia e viene ucciso. Esattamente lo stesso giorno, quasi in simultanea, un gruppo di sei velisti israeliani in escursione sul loro catamarano lungo le coste mediterranee, presso l’isola greca di Kastellorizo, non lontano da Rodi, si imbatte in un giovane naufrago in mare. Gli israeliani lo issano a bordo, vedono nelle acque vicine altri dieci naufraghi, uomini e donne, li salvano tutti dall’annegamento (altri tre più un neonato sono già morti affogati) e scoprono che sono profughi siriani e iracheni in fuga dal fanatismo islamista. Gli israeliani danno da bere e da mangiare ai naufraghi e li portano sull’isola dove vengono presi in consegna dalle autorità sanitarie greche. Un po’ banalmente si potrebbe citare il titolo di Primo Levi, “I sommersi e i salvati”. Ma è più pertinente dire questo: c’è chi di mattina si alza per andare a uccidere degli innocenti, e chi invece si alza per andare a salvare delle vite di sconosciuti. Contrariamente a tanto bon ton, in questo conflitto non c’è simmetria.

Sergio Della Pergola,Università Ebraica di Gerusalemme

(22 ottobre 2015)