Israele, ancora tensione
in strada e sui social
Armi da fuoco, coltelli, esplosivi e munizioni. Si tratta dell’armamentario sequestrato nella notte dall’esercito israeliano che, nel corso di perquisizioni in Cisgiordania, ha arrestato diversi palestinesi, ritenuti legati ad “attività terroristiche”. A riportarlo, l’Osservatore Romano che sottolinea come, a distanza di settimane dall’inizio delle violenze e degli attentati terroristici, la tensione in Israele e nei territori palestinesi continua ad essere alta. Nel quadro c’è anche la Striscia di Gaza, da dove è partito nelle scorse ore un razzo contro il Sud d’Israele e a cui l’aviazione di Tsahal ha risposto colpendo obiettivi strategici nella Striscia. Motore delle violenze sarebbe, almeno secondo il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas, “il sentimento di delusione delle giovani generazioni, che non hanno speranza in una soluzione”. Rimane aperto l’interrogativo su quali risposte abbia dato lo stesso Abbas a questo “sentimento di delusione” che porterebbe i palestinesi ad armarsi di coltello e attaccare civili e soldati israeliani. Una modalità di compiere atti terroristici che, secondo molti, trova sui social network una pericolosa spalla e per questo si è passati alle vie legali per fermarne la diffusione. Ventimila cittadini israeliani hanno intentato una causa contro Facebook: l’accusa al social network è di non aver bloccato le istigazioni, continuamente rilanciate in rete, da parte palestinese a compiere atti terroristici contro Israele. I firmatari della class action, riporta Avvenire, hanno chiesto di rimuovere “l’ondata di video estremisti, affermazioni e fumetti postati dai palestinesi”.
Distorsioni della Memoria. Velenosa la lettera a cui risponde in modo puntuale Furio Colombo sul Fatto Quotidiano, in cui un lettore lo accusa di strumentalizzare la Memoria della Shoah, e quindi ricordare le responsabilità italiane, nel presunto tentativo di voler distogliere l’attenzione o addirittura negare i diritti dei palestinesi. “Come può la memoria senza fine di un grande e quasi riuscito tentativo di sterminio, essere interpretato come una divagazione, parlare di ieri per non parlare di oggi?”, si chiede Colombo. “Il fatto è che se interventi come questi fossero motivati da amore e solidarietà per la Palestina, – si legge nell’editoriale – invece che da odio per Israele (i due sentimenti non sono reciproci) porterebbero un po’ più di luce invece che il buio delle ‘coltellate per disperazione'”.
Le “Tre erre” degli Usa. È stata battezzata la strategia delle “Tre erre”: Raqqa (Siria), Ramadi (Iraq) e raid nei due paesi. È il nuovo piano di interventi annunciato ieri dal segretario alla Difesa americano Ashton Carter – e descritto dal Corriere della sera – per riconquistare le città invase dallo Stato Islamico che riporta i soldati americani in prima linea. In pratica, con truppe speciali appoggiate dall’aviazione essi aiuteranno gli alleati locali sulle roccaforti dell’Isis in Siria e Iraq. Una decisione che sarà deliberata nei prossimi giorni, determinata dalla necessità di cambiare strategia di fronte alle azioni russe.
Souvenir fascisti, parla il sindaco di Predappio. Sulle pagine di Libero parla il sindaco di Predappio Giorgio Frassineti, città natale di Mussolini e meta di pellegrinaggio per neofascisti, in merito alla proposta di alcuni deputati del Pd di vietare il commercio di immagini legate a Mussolini. Frassineti ha accolto la proposta del suo partito con favore, senza preoccupazione per l’economia locale, ma ha aggiunto: “Qui bisogna agire sul versante culturale e fare i conti con la nostra storia, come hanno fatto i tedeschi. Io vorrei che Predappio fosse utile in tal senso – il suo appello – vorrei che le polemiche sui souvenir non nascondessero il vero problema”.
Una scelta profetica. “È un segno incoraggiante il fatto che oggi, anche tra rabbini ebrei, un numero crescente di esponenti ritenga che il tempo è maturo per approfondire le questioni teologiche nel dialogo ebraico-cristiano. Ci auguriamo di cuore che la celebrazione del cinquantesimo anniversario di Nostra Aetate possa fornire un nuovo impulso per portare avanti questo compito necessario”. Queste le parole di auspicio del cardinale Kurt Koch, presidente della Commissione vaticana per i rapporti religiosi con l’ebraismo, affidate all’Osservatore Romano, che ha definito la pubblicazione del documento sui rapporti tra ebrei e cristiani una “scelta profetica”.
L’Eni e il gas israeliano. La Stampa riporta che Claudio Descalzi, amministratore delegato della multinazionale italiana nel campo dell’energia Eni, è in arrivo a Gerusalemme per discutere con il primo ministro Benjamin Netanyahu dell’esportazione di gas naturale israeliano in Europa passando attraverso l’Egitto di Abdel Fattah Al-Sisi. “La visita di Eni testimonia l’interesse delle compagnie internazionali per le nostre risorse”, le parole di soddisfazione del ministro dell’Energia israeliano Yuval Steinitz, secondo cui “è possibile una stretta cooperazione tra Israele, Egitto, Cipro, Giordania e forse, in futuro, Grecia e Turchia”.
UK, appelli pro e contro il boicottaggio di Israele. Il Foglio parla della pagina pubblicitaria comparsa ieri sul quotidiano inglese The Guardian, in cui 343 accademici delle università di tutta la Gran Bretagna hanno firmato una dichiarazione di appoggio al boicottaggio di Israele, parlando di “violazioni intollerabili dei diritti umani inflitte al popolo palestinese”. Tra i firmatari anche alcuni studiosi italiani nelle università britanniche. Sempre sulle pagine del Guardian è stata l’autrice di Harry Potter J.K. Rowling a lanciare un appello per la “cultura per la coesistenza”, in cui sottolinea che “i boicottaggi culturali che vogliono isolare Israele sono divisivi e discriminatori, e non favoriscono la pace”.
Elezioni in Egitto, urne deserte. “Non ho votato per il rinnovo del Parlamento e non voterò. Non serve, Sisi ha messo al bando qualsiasi forma di opposizione”. Così in un’intervista al Corriere il celebre scrittore egiziano Ala al Aswani denuncia duramente la mancanza di democrazia nel paese, dovuta al regime e alla censura del presidente Abdel Fattah Al-Sisi. “Mi è stato vietato di scrivere sui giornali egiziani, non posso apparire alla televisione”, afferma al Aswani. Sul quotidiano anche il ritratto di Naguib Sawiris, leader del “Partito degli Egiziani Liberi”, da lui fondato insieme a cinquemila attivisti legati al vecchio regime di Hosni Mubarak, pronti però a cercare una terza via tra Fratelli Musulmani e militari revanscisti. “Abbiamo battuto i fascisti religiosi”, ha affermato Sawiris che, guidato dalla speranza di costruire un Egitto “libero e democratico” potrebbe presto trovarsi a controllare il gruppo parlamentare più numeroso, nonostante il misero 26 percento di affluenza alle urne nella prima tornata elettorale.
Ospedale Israelitico. Le cronache locali di Corriere della Sera, Repubblica e Messaggero tornano anche oggi sulle indagini riguardanti la conduzione dell’Ospedale Israelitico di Roma.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
(28 ottobre 2015)