La maschera dell’odio
Continua a far parlare di sé l’appello firmato da 300 accademici del Regno Unito (tra cui molti italiani) in cui si annuncia l’interruzione dei rapporti con Israele e le sue università. Il Corriere della sera (Paolo Conti) raccoglie alcune reazioni ebraiche. “Qualunque boicottaggio è controproducente, la scienza dev’essere aperta a tutti e capace di condividere le scoperte dei migliori cervelli, siano essi israeliani, palestinesi o di altre parti del mondo” afferma il presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder. “È il preludio a una discriminazione inaccettabile, l’antisionismo è una bella maschera quando non ci si può dichiarare apertamente antisemiti” dichiara la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello. Così Victor Magiar, assessore UCEI: “C’è, in quell’appello, un equivoco terzomondista. Israele viene descritto come un gigante oppressore. Questione ridicola, visto che quegli stessi atenei britannici intrattengono ottimi rapporti con paesi antidemocratici e retti da dittature oppressive. Negli atenei israeliani insegnano docenti di tutte le nazionalità e di tutte le religioni. E Israele è una grande democrazia”.
Vent’anni senza Rabin: l’accusa di Keret. A pochi giorni dal ventennale lo scrittore Etgar Keret riflette sull’assassinio di Yitzhak Rabin e sulle conseguenze che questa azione ha avuto nel processo di pace con i palestinesi. Una riflessione, pubblicata dal Corriere, che contiene un duro atto d’accusa nei confronti della società israeliana e della sua leadership. “Lo stesso popolo che ha pianto la morte dell’amato sovrano – scrive Keret – ha scelto Netanyahu subito e senza esitazione, accantonando completamente l’idea della pace, rieleggendolo più volte e optando per la sua linea politica”. Così, a distanza di tempo – si legge ancora – “l’assassinio di Rabin si è rivelato uno degli omicidi politici più riusciti dell’era moderna che deve il suo successo non solo alla mano ferma del killer ma anche al popolo di Israele, il quale ha aiutato l’assassino a promuovere la sua visione ideologica”.
Amnesty e “la vetta dell’assurdo”. Sul Foglio (Giulio Meotti) dito puntato contro Amnesty International, “ammiraglia dell’umanitarismo occidentale con due milioni di iscritti e settanta sedi in tutto il mondo” che sembrerebbe aver raggiunto in questi giorni, con la condanna dell’uccisione dei terroristi palestinesi che hanno attentato alla vita dei civili israeliani, “la vetta dell’assurdo”.
Pregiudizi. Sul Venerdì di Repubblica Michele Serra parla apertamente del suo pregiudizio verso Israele, in risposta a un lettore che lo invita a riflettere sul termine “Terra Santa”. Scrive Serra: “Non sono mai andato in ‘Terra Santa’ e so perfettamente di nutrire, nei confronti di quei luoghi, qualcosa che assomiglia molto a un pregiudizio (ognuno ha i suoi; e se non deve vantarsene, deve però farci i conti). La concentrazione in un luogo così piccolo di una così smisurata quantità di protervia confessionale mi sgomenta e me lo rende, come dire, profondamente estraneo”.
L’intervento del rettore. Acceso confronto al polo universitario di Novoli tra il rettore uscente Alberto Tesi e gli studenti responsabili dello spazio autogestito dell’ateneo, che hanno scelto di proiettare il docufilm dell’attivista anti-israeliana Samantha Comizzoli “Israele, il cancro” nonostante una precedente diffida dello stesso Tesi. Nell’occasione, come riporta il Corriere Fiorentino (Jacopo Storni), è stata prospettata dal rettore la possibilità che l’utilizzo dello spazio venga revocato.
Accoglienza e democrazia. Sul tema dei migranti Stefano Jesurum (Corriere Sette) lancia il seguente messaggio: “Accogliamoli nel migliore dei modi, rispettiamo profondamente ogni credo, mettiamoli nelle condizioni di imparare una lingua che permetta di cercare lavoro, educhiamo i reticenti al rispetto delle leggi (punendo senza timori e con severità chi la legge vìola). Lo dobbiamo a loro e alla nostra idea di democrazia”.
“Don Milani, radice ebraica”. In prossimità della presentazione dei tratti fondamentali dell’opera omnia di don Lorenzo Milani, in pubblicazione con i Meridiani Mondadori nel 2016, il Corriere Fiorentino (Mauro Bonciani) intervista il suo curatore, lo storico della Chiesa Alberto Melloni, secondo cui nella cultura della parola del prete di Barbiana, convertitosi al cattolicesimo ventenne, si troverebbe “una profondissima radice ebraica”.
Addio a Casali, anima dell’Anpi. È scomparso all’età di 95 anni Agostino Casali, ex partigiano che fu tra i fondatori dell’Anpi assieme ad Arrigo Boldrini e suo presidente sia a livello nazionale che locale. Come ricorda Repubblica Milano, il curriculum di combattente antifascista di Casali è stato “tra i più illustri”. L’apertura della camera ardente nel pomeriggio presso la Casa della Memoria milanese.
La comunità degli storici piange invece l’inglese John Bossy, ricordato da Anna Foa (l’Osservatore Romano) “come uno dei suoi più interessanti e originali esponenti”.
La Polonia scarica Polanski. Il nuovo governo polacco spinge per concedere l’estradizione del regista Roman Polanski verso gli Stati Uniti, dove è accusato di stupro nei confronti di una 13enne (i fatti risalgono al 1977). Oggi l’udienza decisiva. Se la richiesta sarà accolta, si legge sul Messaggero, Polanski non potrà più mettere piede sul suolo polacco senza essere arrestato.
Lo striscione della vergogna. Squallido episodio di antisemitismo in Olanda, dove alcuni tifosi del Vitesse hanno esposto uno striscione con l’acronimo JHK (“Joden Hebben Kanker”, ovvero “Gli ebrei hanno il cancro”). Il riferimento è al dramma personale attraversato da Johan Cruyff, il leggendario trequartista dell’Ajax e dell’Olanda del calcio totale colpito da un tumore ai polmoni.
Consigli per la lettura. Su Avvenire Anna Foa recensisce lo studio di Timothy Snider, Terra Nera (ed. Rizzoli), dedicato alla sterminio nei paesi dell’Europa orientale tra Hitler e Stalin; sull’Espresso Roberto Saviano ha parole di apprezzamento per Tramonto libico (ed. Giuntina) di Raphael Luzon, che ripercorre le vicende degli ebrei di Libia fino alla drammatica fuga nel ’67; sullo stesso settimanale Marco Belpoliti riflette su Non luogo a procedere (ed. Garzanti), romanzo dedicato da Claudio Magris a Trieste e ai suoi fantasmi.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(30 ottobre 2015)