…anniversari
In questi giorni di novembre con le date degli anniversari c’è solo l’imbarazzo della scelta: Kristallnacht (1938), l’incontro fra Hitler e il Mufti Al-Husseini (1941), la caduta del muro di Berlino (1989), la dichiarazione Balfour (1917), la risoluzione dell’ONU con il piano di spartizione della Palestina (1947), la risoluzione dell’ONU sionismo uguale razzismo (1975), l’assassinio di Yitzhak Rabin (1995). E da poco (28 ottobre) abbiamo celebrato il mezzo secolo dalla Nostra Aetate. Viene quasi voglia di credere alle congiunture astrali anche se è evidente che abbiamo qui una mescolanza di eventi storici funesti e di eventi positivi. Attraverso molte anche se non tutte queste circostanze, con tutte le loro profonde differenze, sembra passare un filo conduttore che è quello di chi vuole stabilire normativamente che cosa bisogna fare con gli ebrei, per gli ebrei o contro gli ebrei, agli ebrei.
E anche cosa fare con, per, contro, a Israele, che senza dubbio è la manifestazione più saliente di quello che gli ebrei sono stati capaci di fare in questi ultimi cent’anni. C’è ancora chi rimugina e magari lo fa con nostalgia su che cosa si sarebbe potuto fare e non si è fatto con, per, contro, agli ebrei, come il piano Uganda, il piano Madagascar, o si è fatto ma non è riuscito molto bene come il piano Birobidjan. E anche il piano Shoah, in definitiva non è andato a finire tanto bene per chi l’ha concepito, messo in pratica e incoraggiato dall’esterno. Esclusione, soluzione, assimilazione, deportazione, più raramente inclusione, sono le parole chiave di questo processo mentale di separazione. E non manca la voce di chi manifesta la propria preclusione con parole di negazione.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme
(12 novembre 2015)