Scuola, la tutela delle differenze

rassegnaSui quotidiani italiani continua il dibattito sul rapporto tra laicità, rispetto delle minoranze e religione all’interno delle scuole del paese, ritornato attuale dopo la decisione di un preside di Rozzano, in provincia di Milano, di sostituire il concerto di Natale con un “concerto d’inverno” per non urtare la sensibilità degli alunni di altre religioni. Intervistato da Repubblica, il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna sottolinea che la questione sul tavolo è una, “la comprensione delle diversità. La scuola dovrebbe dare spazio e voce alle varie religioni, anche a quelle delle minoranze”. Cosa che non sempre accade, sottolinea il presidente,“a cominciare dall’ora di religione che non è paritaria per le varie fedi. Si può fare il presepe, ma bisogna contestualizzarlo spiegare cosa rappresenta, come è nato e cosa c’era intorno quando è nato”. Sul tema, è intervenuto anche il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni con una lettera inviata al Corriere della Sera. “L’esperienza della presenza ebraica in questo Paese suggerisce un modello di convivenza”, scrive il rav, che si traduce nel concetto di “non rinunciare a sé stessi, ma non imporlo agli altri”. Ovvero se la maggioranza si riconosce in simboli come il Natale e il presepe, afferma Di Segni, “non dovrebbe avere complessi a esporli, o limitarsi nell’organizzazione di concerti festivi; ma con la avvertenza fondamentale che si tratta di attività libere e facoltative senza nessuna conseguenza negativa per chi non le segue”.

Israele-Ue, rapporti sospesi. Dopo la decisione dell’Unione Europa di etichettare i prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani in Cisgiordania, il Primo ministro d’Israele Benjamin Netanyahu ha annunciato che sospenderà i rapporti diplomatici con la diplomazia di Bruxelles, in particolare escludendo l’Ue dal tavolo per la riapertura del processo di pace con i palestinesi, riporta La Stampa. Il quotidiano parla di “ritorsione” da parte di Netanyahu che investe le istituzioni di Bruxelles – a cominciare dal ministro degli Esteri europeo, Federica Mogherini – ma non singoli Stati. Secondo il Corriere, la mossa israeliana non avrà grandi ripercussioni “perché l’Ue da anni ha un ruolo marginale nei negoziati israelo-palestinesi. E infine, cosa più importante, perché i negoziati non ci sono”. Repubblica invece sottolinea che la sospensione dei rapporti diplomatici suscita perplessità anche negli ambienti più vicini a Netanyahu: “Scrive Dan Margalit, columnist del filogovernativo Israel Ha Yom, che con la decisione di oggi il governo di Israele sembra ‘aver perso la bussola’”.

Le scuole milanesi e la sicurezza. “Come vivono i ragazzi che frequentano le scuole milanesi oggi diventate a rischio, come la scuola ebraica e la scuola francese, il Lycee Stendhal in zona San Siro?”, se lo chiede il Corriere della Sera, che nelle sue pagine milanesi riporta la reazione, tra gli altri, della Comunità ebraica della città e dei suoi studenti dopo le preoccupazioni legate all’aggressione di Nathan Graff e a quanto accaduto a Parigi. “È nella quotidianità che non dobbiamo sconvolgere la nostra vita”, ha spiegato il rabbino capo di Milano Alfonso Arbib, sottolineando come tutti gli studenti della Scuola ebraica fossero ai loro banchi all’indomani dell’aggressione. “Ci vogliono prudenza, intelligenza e calma nonostante quanto successo; ci vuole una profonda capacità di aprirsi al dialogo”, il pensiero del rav.

Alberto Mieli, una laurea alla Memoria. “Ragazzo, tu da domani non potrai più venire a scuola, sono state approvate queste nuove leggi’. Mi lesse la circolare e mi accorsi che piangeva, ricordo ancora le lacrime che gli bagnavano la barba. Poi aggiunse: ‘Vedrai, tutto questo finirà presto e tu potrai tornare a studiare’”. Il ragazzo è Alberto Mieli, sopravvissuto alla Shoah, che ricorda il giorno in cui il preside della scuola fu costretto ad annunciargli l’espulsione a causa dell’approvazione delle leggi razziste. Ora, racconta Paolo Conti sulle pagine romane del Corriere, Mieli riceverà la laurea honoris causa in Filologia dall’università di Foggia (la cerimonia sarà il Primo dicembre) per il suo instancabile impegno come Testimone. A gennaio uscirà da Marsilio il libro di memorie di Alberto Mieli, “Eravamo ebrei. Questa era la nostra ultima colpa”.

Torino, sul palco non sale l’imam antisemita. Omar Abdelkafi, l’imam egiziano noto per le sue prediche contro Israele e dai toni antisemiti, non si è presentato ieri a Torino per l’evento di raccolta fondi organizzato dalla Islamic Relief al Teatro Colosseo. Al suo posto, l’imam Yassine El Yafie, che prima del concerto previsto per la serata, ha ai tanti giovani presenti ha dichiarato “Non lasciamo che in nome della nostra religione vengano com” essi dei misfatti che nulla hanno a che vedere con l’Islam” (La Stampa Torino).

Il Giubileo in difficoltà. Sul Corriere della Sera, Sergio Rizzo analizza la situazione della Capitale a fronte dell’imminente apertura del Giubileo e rileva come l’organizzazione sia di fronte a molti ritardi.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked

(30 novembre 2015)