Oltremare
Fuori da Tel Aviv

danielafubini2Fuori da Tel Aviv, ci sono luoghi meravigliosi in cui si vedono ancora le tracce degli aranceti che hanno messo le basi dell’economia israeliana.
Dovremmo ricordarcene ogni santa mattina, mentre beviamo il succo, che è grazie a quegli aranceti se oggi siamo un piccolo impero dell’high-tech. Che poi, a Tel Aviv le arance appunto hanno la forma parecchio prosaica di bottiglie di plastica e si chiamano pri-niv o pri-gat, o pri-qualcosa per via della parola ‘frutto’ che va proprio bene come suffisso là davanti. Il frutto israeliano per eccellenza.
Fuori da Tel Aviv, alle volte il tempo si ferma o va persino all’indietro, si incontrano storie e racconti che conosciamo tutti benissimo ma finiamo per dimenticarci, di quando Israele era un luogo semplice e spartano, i formaggi sulle tavole erano solo due: formaggio bianco e formaggio giallo. I tremp (passaggi in macchina) si prendevano liberamente ed era comunissimo visitare tutta Israele da sud a nord con il semplice uso del pollice alzato, e voltato verso la direzione richiesta. Altro che i ‘like’ di oggi.
Fuori da Tel Aviv, diventare nostalgici è normale. Poi però si rientra in città, e il tempo ricomincia a correre, e a volte fa anche balzi in avanti. Per esempio com’è che pochi giorni fa sono finite le feste ebraiche ed è già Channukkah? Mentre tutti guardavamo troppi telegiornali, le panetterie e le pasticcerie si sono riempite di bomboloni con ogni possibile crema e decorazione. Rassegnamoci, è ‘tempo calorico’ anche da questa parte del mare.

Daniela Fubini, Tel Aviv Twitter @d_fubini

(30 novembre 2015)