DafDaf 63, dicembre
L’onestà delle ragazzine terribili

DD 63 coverSi sono trasformate in pennelli le trecce di Pippi Calzelunghe nella copertina di Luisa Valenti, che coglie in un disegno lo spirito del numero 63 di DafDaf. Idee, spunti, tanta voglia di giocare e il coraggio di prendersi qualche rischio, senza dimenticare storia e tradizioni ma sempre guardando avanti. E con altrettanta sensibilità Nadia Terranova nella rubrica dedicata ai libri riesce a unire il compleanno di un personaggio mitico come l’eroina di una generazione con la storia di tante “Ragazzine terribili”, a partire da Lotta Combinaguai, personaggio di Astrid Lindgren sino ad ora non tradotto nel nostro paese. Arriva in Italia per Mondadori con le illustrazioni di Beatrice Alemagna, e abbiamo scelto di accompagnarla a un disegno di Vanna Vinci, dedicato proprio a tutte coloro che sono “orgogliosamente femmine” per aprire pagine in cui da La bambina fulminante a La piccola battaglia portatile di Paolo Nori, da Matilde di Dahl a Elsina tutto parla di ragazzine in gamba. Come Hania, il personaggio del Cavaliere di luce di Silvana De Mari, che “sembra incarnare tutto il male possibile ma in realtà è solo ferocemente sincera. Ma la sincerità, sappiatelo, può essere l’arma più terribile di tutte.”
Anche Parpar, farfalla, la collana che la casa editrice Giuntina dedica ai giovani lettori offre questo mese una novità: il quinto titolo racconta di un’epidemia di colera e di uno strano matrimonio, e con Il matrimonio che salvò una città ritorna a parlare la musica, come era stato per il primo titolo uscito. Ed è proprio la rubrica Musica, maestra! di Maria Teresa Milano che in un periodo difficile incita i giovani lettori all’ottimismo e all’apertura nei confronti del mondo: è cantando “Forever Young” di Robert Allen Zimmerman – sì, Bob Dylan – o ascoltando la versione di Harry Belafonte, attivista dei diritti civili, che possiamo sperare tutti quanti in un futuro migliore. E trasformare la speranza in realtà impegnandoci con le parole della canzone, da applicare ogni giorno nell’educazione dei nostri figli:
“Che tu possa fare per gli altri e gli altri per te (…)
Possa tu crescere per essere giusto,
per essere vero
per sapere sempre qual è la verità
Possa tu avere sempre il coraggio
di stare ritto ed essere forte”.
Ma essere forti e coraggiosi non significa non essere golosi, né rinunciare a un poco di allegria, e a riportarci alle atmosfere festive di “Hanukkà, Chanuccah, Hanucca o Hanukkah?” ha pensato Roberta Anau, la “cuciniera e scribacchina” che per DafDaf ha anche pensato bene di riassumere con un poco di ironia la storia della festa (quale che sia il suo nome): “La storia ve l’avranno raccontata almeno una volta all’anno moltiplicata per il vostro numero di anni:
– Siamo circa nell’anno 167 avanti era volgare (che non significa che dopo si dicessero parolacce),
– tempi duri per gli Ebrei,
– dominazione straniera,
– tempio profanato,
– rivolta vittoriosa guidata da Jehudà ha- Maccabì,
– manca l’olio per riaccendere la lampada nel Tempio,
– se ne trova in un angolino un’ampollina piccolissima
– MIRACOLO, quel poco liquido dura otto giorni!”
Ossia, per citare un’altra famosa battuta, “Le feste ebraiche in fondo sono tutte uguali: volevano sterminarci, non ci sono riusciti, festeggiamo mangiando!”. E a Chanuccah (o Hanucca, o Chanuccà o Hanukkah) mangiare significa olio e frittura, ma questa volta DafDaf propone di fare le frittelle di patate e cipolle, i latkes, e anche anche le frittelle di mele non fritte, ma al forno, per cercare di ridurre il danno. Alla stessa festa è dedicata la pagina della morà Dafdafà, che ne presenta i personaggi principali, fra trottole e candele, mentre al senso della solidarietà nei confronti degli estranei è dedicata la rubrica valori. Due pagine dedicate all’importanza delle opere di bene e alle conseguenze positive per chi le compie, a partire dalla storia che narra di Ruth e di Noemi. E a chiudere il numero 64 del giornale ebraico dei bambini c’è la scheda “io sono” della milanese Jasmine, che si definisce “curiosa”, non ama andare a scuola e da grande vorrebbe fare la dottoressa.

Ada Treves twitter @atrevesmoked

(3 dicembre 2015)