Israele

Schermata 2015-12-07 alle 15.44.13Benjamin Netanyahu, John Kerry, Hillary Clinton. Tutti e tre sono d’accordo che per il conflitto tra israeliani e palestinesi la soluzione di un unico grande Stato non sia in realtà una soluzione, tutt’altro. Divergono invece le interpretazioni che ciascuno di loro propone sul perché oggi il processo di pace, che dovrebbe portare ai due Stati (soluzione auspicata da tutti e tre), sia fermo. Ed è apparso chiaro nel corso del Saban Forum di Washington, del quale Netanyahu, Kerry e Clinton sono stati assoluti protagonisti. Il Primo ministro israeliano Netanyahu ha spiegato al pubblico americano – raccoltosi nella capitale per la nona edizione del Saban Forum, convegno dedicato al Medio Oriente e ai rapporti tra Israele e Stati Uniti – che “l’unica soluzione che possa funzionare non è quella di uno Stato unitario ma di una Palestina demilitarizzata che riconosca lo Stato ebraico”. Riconoscimento, quest’ultimo, che è stato richiamato anche da Clinton, la candidata democratica più forte (stando ai sondaggi) per le presidenziali Usa del 2016, che ha rivolto un appello a tutti gli Stati arabi perché appunto riconoscano Israele e il suo carattere ebraico. Dall’altra parte Clinton ha mandato un messaggio a Gerusalemme: non ci sono alternative a Mahmoud Abbas, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese. Anzi il pericolo senza di lui, potrebbe essere l’Isis. Anche il segretario di Stato Usa Kerry ha messo in guardia Israele sui suoi rapporti con l’Anp. Se l’attuale situazione continuerà, ha affermato Kerry, l’organizzazione guidata da Abbas potrebbe collassare. Per Kerry – ma anche per la Clinton – la politica degli insediamenti da parte israeliana sono un ostacolo alla pace.