In Francia trionfano le Le Pen Front National primo partito
A una decina di giorni dalla strage di Parigi, gli elettori francesi premiano il populismo dell’ultra destra targata Marine Le Pen. Il suo Front National è uscito ieri vincitore dalle urne, forte di un 30 per cento di voti che lo porta ad essere il primo partito di Francia (i Républicains di Nicolas Sarkozy hanno ottenuto il 26 per cento mentre i socialisti del presidente Francois Hollande il per cento). Ha vinto sull’onda della paura, scrive Repubblica: la minaccia islamista, sostiene il quotidiano “è stata l’evidente, dichiarata motivazione che ha spinto un terzo dei votanti (la partecipazione è stata superiore al 50 per cento) a scegliere il partito che più rappresenta la collera, il risentimento, l’odio, la paura provocati dal terrorismo”. Il Front National è avanti in sei regioni e al secondo turno dovrebbe conservarne almeno tre: il NordPas de Calais-Picardi dove è candidata Marine Le Pen, la Provence-Alpes-Côte d’Azur di sua nipote Marion Maréchal Le Pen, entrambe oltre il 40 per cento dei voti, e l’Alsace-Champagne- Ardenne-Lorraine, dove il numero due del partito Florian Philippot ha ottenuto il 35%” (Corriere). “Siamo gli unici a difendere la nazione”, ha dichiarato Le Pen commentando il trionfo (Repubblica) del suo partito, in cui la retorica xenofoba e anti-Islam la fa da padrone. A salutare il successo della più giovane dei Le Pen, Marion, anche le teste rasate degli skin-heads (Repubblica). Intanto, diversi candidati socialisti hanno deciso di tirarsi indietro per favorire la destra guidata da Sarkozy ai ballottaggi e cercare di frenare l’avanzata del Fn.
Front National, l’antisemitismo delle origini. Jean-Marie Le Pen, fondatore del Front National, per festeggiare il trionfo della nipote Marion contro il candidato neogollista Christian Estrosi, si è lanciato sui social network in uno dei suoi noti strali antisemiti: il padre di Marine ha infatti pubblicato un video in cui si vede Estrosi danzare con un kippah in testa e assieme ad alcuni ebrei. “Buon viso a cattivo gioco”, il commento del fondatore del Fn, “una nuova inquietante provocazione – scrive il Corriere – che si aggiunge a una lunga serie di commenti xenofobi contro gli ebrei e le camere a gas naziste”.
Elezioni in Francia, perché Marine. Diverse le analisi che compaiono sui quotidiani nazionali rispetto ai risultati delle urne francesi. Secondo l’intellettuale Marek Halter, intervistato dal Corriere, il problema francese è la rimozione delle differenze e il Front National “Ha toccato il punto critico, superando il tabù che ci impedisce di definire le minoranze come tali e ci priva degli strumenti per rispondere alla paura”. Per Halter, il dibattito politico si è ridotto a un “noi e l’Islam”. Per Cesare Martinetti, firma de La Stampa, il voto francese è il segno del superamento degli schemi politici del Novecento: è un voto contro l’establishment e nutrito dalla paura.
Gli Usa e la guerra all’Isis. Secondo il segretario di Stato Usa John Kerry, intervistato dal Corriere, “possiamo sconfiggere l’Isis ma dipende da Russia e Iran”, ovvero dalla loro volontà di togliere il sostegno ad Assad e Hezbollah.
Giubileo a Roma, il tema sicurezza. Cerca di tranquillizzare il prefetto della Capitale Franco Gabrielli di fronte alla preoccupazione per eventuali attentati a Roma, dove domani avrà inizio il Giubileo. “Siamo preparati, i compiti a casa li abbiamo fatti, ma la differenza la fa il campo — ha spiegato ieri il prefetto Franco Gabrielli a In mezz’ora su RaiTre —. Non diamo la garanzia del risultato, la diamo dell’impegno”.
Scuola e laicità. Rispondendo a un lettore che rivendica il presepio a scuola così come l’ora di religione come un fattore identitario, Sergio Romano (Corriere) porta la Francia come esempio in cui è lo Stato a decidere, senza parteggiare per una o l’altra religione. Romano porta ad esempio la proposta di una commissione francese nel 2004 di vietare a scuola tutti i simboli religiosi: la kippah, il velo, il crocifisso. “La decisione provocò la protesta formale delle maggiori autorità religiose francesi (l’arcivescovo di Parigi, il Grande iman di Parigi e il Gran rabbino di Francia), tutte unite da uno stesso interesse ‘corporativo’. Ma credo che ciascuna di esse, in realtà, fosse riconoscente al governo di essere intervenuto. Non so se esistano statistiche sul numero degli incidenti prima e dopo l’adozione delle misure proposte dal rapporto. Ma la decisione ebbe il merito di dimostrare che le scuole dello Stato francese erano, nelle questioni di fede, rigorosamente neutrali”.
Livorno, Nogarin e la Comunità ebraica. “Livorno potenzialmente è ricca, ha tradizione industriale, un porto efficientissimo, una comunità ebraica attiva e inserita, è commercialmente vitale. Ma chi arriva in città la giudica povera. Certo, perché i suoi soldi sono stati bruciati nel mantenimento di un apparato sovietico con villa al mare”. Così il sindaco Cinquestelle di Livorno Filippo Nogarin, al centro delle polemiche per una questione legata alla gestione dei rifiuti cittadini, descrive a Libero la sua città, portando la Comunità ebraica come esempio positivo. Ma proprio dalla Comunità era arrivato nelle scorse ore un messaggio di protesta al sindaco in cui si chiedeva “rispetto” ed “equilibrio”.Il riferimento è ad alcuni episodi delle scorse settimane tra cui un delirante intervento del consigliere comunale Marco Valiani, che ha parlato in pubblico di “giudeomassoneria italica” senza ottenere né censure né condanne da parte del primo cittadino, e l’organizzazione di una “Giornata per la Palestina” (in un primo tempo prevista nella sala più prestigiosa del Comune) segnata da prese di posizione apertamente anti-israeliane.
L’Islam in Italia. Sul Fatto Quotidiano, l’inchiesta di Leonardo Cohen fotografa la situazione del mondo musulmano italiano. “I fedeli del Corano in Italia sono un milione e 700mila (un milione circa in Lombardia) e i luoghi di culto, diffusi in tutta la Penisola, sono 700, di cui 695 informali, mentre sono appena cinque le moschee riconosciute”.
Torino, la polemica su pellegrinaggio in Israele. Ha suscitato malumori l’intervista pubblicata da Repubblica a una signora che, tornata da un pellegrinaggio a Gerusalemme, l’aveva definita un luogo pericoloso. Diverse le voci raccolte dal quotidiano che smentiscono queste affermazioni.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(7 dicembre 2015)