bene…
Esiste nell’ebraismo il dovere di הכרת הטוב di riconoscere il bene, di ringraziare e rispettare coloro che lo compiono.
La sofferenza, il dolore, le difficoltà collettive del nostro popolo e le nostre personali non devono mai offuscare la nostra capacità di vedere il bene, di riconoscerlo, di renderlo più forte di ogni buio e di ogni tentativo che il male compie per affermarsi.
Questa che vi racconto è una storia di bene e di persone che lo hanno compiuto. Martedì scorso, 15 dicembre, a Palermo si è tenuta una marcia per la pace alla presenza di pastori e guide di ogni fede; dal rabbino che scrive a svariati imam, ed alla presenza del sindaco di Palermo e di molti suoi collaboratori che cercano di costruire la pace.
Nel cammino di questa marcia sono state dette molte e significative parole di pace, ma sono state ascoltate anche parole faziose che parlavano di guerra, dell’ultima guerra di Gaza; parole pronunciate da un imam confuso tra l’impegno personale in nome della pace e l’uso della platea pubblica che Palermo, inconsapevolmente, gli stava offrendo.
L’intero gruppo degli ebrei di Palermo ha lasciato il palco dopo quelle parole, sedendosi tra i cittadini che partecipavano alla marcia, affermando così l’impegno per la pace ma non il sostegno o la connivenza con l’uso politico che si fa di essa.
Uno dopo l’altro i maestri cattolici, musulmani, indù, buddisti, anglicani, tamil ed anche le autorità laiche hanno portato le loro testimonianze, alcuni imbarazzati dalle parole pronunciate dall’imam, altri preoccupati per il buon esito della manifestazione, altri semplicemente indifferenti all’assenza ebraica dal palco ed alla protesta di questo gesto.
Il pastore valdese metodista Peter Ciaccio, dopo aver illuminato con le sue parole il dramma di una pace vissuta come tribuna politica, come azione egoistica, come pulpito di accusa e non di costruzione, ha lasciato anche egli il palco andando verso il compatto gruppo ebraico che stava fra il pubblico dicendo loro: “Posso stare anche io tra voi?” In quel momento e solo in quel momento la marcia per la pace di Palermo ha avuto il suo senso più compiuto, lontano dagli imbarazzi dell’istituzioni, lontano dall’inconsapevolezza di un mondo che non sa più vedere il bene, lontano da chi non ha conoscenza e non può avere riconoscenza. Grazie pastore Peter Ciaccio.
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
(18 dicembre 2015)