Storie – L’anniversario
del processo Dreyfus

avaglianoAnniversari da ricordare. Il 22 dicembre del 1894 il capitano dello Stato Maggiore Alfred Dreyfus viene condannato dal tribunale militare francese con la falsa accusa di alto tradimento nei confronti della Patria. Una condanna avvenuta senza prove, sulla base di un forte pregiudizio antiebraico. Un processo che susciterà roventi polemiche sulla stampa europea dell’epoca, dividendo l’opinione pubblica e rinfocolando l’antisemitismo presente in molte fasce della società del vecchio continente.
I fatti. I servizi segreti francesi intercettano una lettera indirizzata ad un ufficiale tedesco, in cui vengono svelati dettagli sugli armamenti dell’esercito francese. Con un processo viziato e falsificato, viene dichiarato colpevole il capitano Dreyfus, ebreo, a causa di una vaga somiglianza fra la sua calligrafia e quella della lettera segreta.
Dreyfus viene degradato e condannato al carcere a vita, poi deportato sull’isola del Diavolo, nella Guyana francese.
Nel 1898 lo scrittore e giornalista Emile Zola pubblica sul quotidiano Aurore il suo celebre J’Accuse! – rivolto al presidente della Repubblica Félix Faure – in cui denuncia l’antisemitismo che alligna nell’esercito e critica duramente la decisione di imprigionare Alfred Dreyfus senza alcuna prova. Zola viene a sua volta condannato ad un anno di carcere e ad una multa di 3000 franchi.
Solo circa 20 anni dopo, nel 1906, dopo la pronuncia della Corte di Cassazione, Dreyfus verrà finalmente liberato e reintegrato nell’esercito.

Mario Avagliano, storico

(29 dicembre 2015)