La metamorfosi di Hollande
Allah Akbar come un grido di guerra, di nuovo. Di nuovo a Parigi, di nuovo il 7 gennaio, come un anno fa, quando intorno a mezzogiorno i Kouachi facevano strage da Charlie Hebdo. “Ieri – scrive il Messaggero – è sembrato ricominciare tutto, alla Goutte d’Or, quadrilatero popolare, forse il più colorato, il più difficile, il più musulmano e arabo di Parigi, ai piedi di Montmartre. La gente che correva, le grida, i poliziotti armi in pugno che gridavano ai negozi di abbassare le saracinesche, ai passanti di rifugiarsi dentro ai portoni, di chiudere le finestre. Colpi d’arma da fuoco”.
La metamorfosi di Hollande, sottolinea il Corriere, è intanto completa. “L’uomo che ha passato i primi due anni all’Eliseo a studiare timide riforme fiscali e poco incisive scelte economiche, l’evanescente leader che alcuni accusavano di avere il carisma e il coraggio di un sottoprefetto di provincia – si legge – affronta oggi l’emergenza terrorismo con una determinazione che inquieta alcuni del suo stesso campo”. All’esterno, Hollande ha infatti intensificato i bombardamenti contro lo Stato islamico in Siria, facendo del ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian il suo uomo di fiducia; all’interno, il presidente sostenuto dal premier Manuel Valls e dal ministro Bernard Cazeneuve, presenta in questi giorni un progetto di legge “che dà grandi poteri alla polizia e ai procuratori, slegati dal controllo giudiziario”.
Soltanto qualche sporadico trafiletto invece per l’agguato teso ieri a un pullman di arabo-israeliani al Cairo. “Solo vetri infranti, l’autobus per fortuna era vuoto e nessuno è rimasto ferito. Ma l’episodio – scrive l’Unità – si profila come un nuovo colpo all’industria turistica egiziana messa in ginocchio dal terrorismo dell’Isis”.
Nelle librerie la storia di Karim Franceschi (Il combattente, Bur), l’unico italiano ad aver partecipato alla liberazione di Kobane. Su Repubblica un lungo estratto che descrive il primo drammatico incontro con i terroristi del Califfato.
“Personalmente non condivido la politica del governo che tende a disincentivare l’arrivo dei rifugiati. Ma trovo che mettere a confronto il suo operato con quello dei nazisti sia semplicemente un non senso. II nazismo fu un obbrobrio che provocò 6 milioni di morti. Paragonarlo a qualsiasi altra cosa è come attribuirgli un lato umano”. Così l’ex rabbino capo di Danimarca Bent Melchior a proposito delle accuse rivolte al governo danese per la proposta di sequestrare i beni personali dei migranti che giungono nel paese (Corriere Sette).
Medaglia d’oro della Triennale di Milano al Memoriale della Shoah inaugurato tre anni fa al Binario 21. “Un premio meritato per l’ostinazione, la pazienza e la determinazione con cui i due autori, gli architetti Guido Morpurgo e Annalisa De Curtis, hanno saputo tenere la rotta di un programma non facile per l’incombenza di una storia che – scrive Repubblica Milano – non lascia molto spazio né alla ragione né alla poesia”.
Il reato di blasfemia non potrà più essere applicato dalla giurisdizione francese nei dipartimenti della Mosella, del Basso Reno e dell’Alto Reno: lo ha stabilito nei giorni scorsi il ministero della Giustizia guidato da Christiane Taubira (l’Osservatore Romano).
In onda martedì prossimo su RaiStoria un documentario su Pio XII che appare fortemente apologetico. Pio XII uomo della pace e papa della guerra, questo il titolo dell’opera, andrà in onda alle 22 all’interno del programma “Italiani”. Su Avvenire una entusiastica presentazione.
Nell’autunno del 1943 la Superiora generale della congregazione, madre Maddalena Cei (dichiarata nel 1998 Giusta fra le nazioni) ospitò e nascose fra le educande del convento fiorentino delle Suore serve di Maria Santissima Addolorata 12 bambine ebree provenienti dalla Polonia, dal Belgio e dalla Francia. In memoria di quei fatti mercoledì sarà svelata nella Casa generalizia dell’Istituto, in via Faentina, una targa della fondazione intitolata a Raoul Wallenberg (Corriere Fiorentino).
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(8 gennaio 2015)