Il settimanAle
La meglio gioventù
“Difficile esagerare il successo di Arisa – scrive Shachar Atwan su Ha’aretz il 5 gennaio – da quando a Tel Aviv, 5 anni e mezzo fa, ha cominciato con le sue feste gay a tema medio-orientale. Ogni mese ci trovi circa 1500 persone a queste stravaganze, prevalentemente gay, lesbiche e transgender, ma anche etero. Soprattutto mizrachim – ebrei di famiglie originarie dei paesi islamici – e di destra, ma anche gente di sinistra e palestinesi, che vengono da Tel Aviv come anche dalla periferia. Ballano felici nell’aria satura di fumo, al suono di ruggente musica orientale, cantando insieme ogni canzone”.
Per paura di travisare qualcosa ho tradotto parola per parola il primo paragrafo dell’articolo, che connette anche ai video di Arisa su Youtube. Ne ho visto uno in cui la drag queen di Arisa (che avrete capito non è una giovane donna, ma una band di tre ragazzi nerboruti) rimane “incinta” nell’incontro casuale con un prestante giovanotto, e poco dopo partorisce per strada, tra i fiotti di sangue che imbrattano le infermiere del Maghen David Adom, un barboncino rosa. Nei giorni dell’attentato a Tel Aviv, sono rimasto un po’ scosso.
Certo, molto meno che non a guardare l’ormai famoso video del matrimonio, che chiarisce come la banda La Rivolta dei “giovani delle colline” non sia un manipolo di schegge impazzite ma rappresenti, come scrivono Yoav Zitun il 3 gennaio su Ynet e poi la studentessa Berakha Guggenheim su Times of Israel il 5 gennaio, la crema del movimento nazional-religioso degli insediamenti nei territori occupati. Spesso figli di rabbini, in gran parte americani, i ragazzi de La Rivolta hanno tradotto il vuoto pneumatico del giudaismo dei loro genitori in un’ideologia di purezza razziale dai caratteri, e dalle espressioni di concreta violenza, tristemente familiari.
Ma oltre ad Arisa e a La Rivolta, non c’è qualche altro gruppo giovanile di destra che sia un po’ più proponibile come modello di ruolo, ora che il ministero dell’Istruzione è retto dal leader dell’estrema destra Naftali Bennett? Il ministero annaspa. Secondo un’inchiesta di cui riferisce Or Kashti il 7 gennaio su Ha’aretz, l’80% dei presidi dei licei israeliani ritengono che il loro ministero di riferimento non sia guidato da chi ha le competenze professionali necessarie. Per fortuna, molte scuole riescono a funzionare bene, ignorando in parte del direttive del ministero. Una saggia, silenziosa rivolta.
Alessandro Treves, neuroscienziato
(10 gennaio 2016)