Libia, italiani i primi aiuti
È italiana la prima missione umanitaria in Libia di un paese della comunità internazionale, inviata per soccorrere 15 giovani feriti a Misurata nell’attacco terroristico dell’Isis a una scuola di polizia a pochi chilometri dalla città. A richiederla, riporta La Stampa, il premier incaricato a capo del Consiglio Presidenziale Faiez al Sarraj.
Marsiglia, la condanna di Hollande. “Le motivazioni non lasciano dubbi”. Così il presidente francese François Hollande sull’attacco antisemita compiuto ieri a Marsiglia, dove un 15enne turco di origini curde ha aggredito un insegnante ebreo a colpi di machete. Come riportano i quotidiani l’insegnante si è difeso (e salvato) utilizzando il libro della Torah che portava con sé per andare in sinagoga.
Colonia, raid anti-immigrati. Ancora al centro delle cronache il caso delle aggressioni di Capodanno a Colonia, dove non si è fatta attendere la reazione violenta di estrema destra e gruppi xenofobi, sotto forma di raid anti-immigrati, ronde e cacce all’uomo contro i profughi. In serata poi, riporta Repubblica, violenze anche a Lipsia da parte di gruppi neonazisti. “Bisogna assolutamente evitare di alimentare un sospetto generale sui rifugiati”, ha dichiarato il portavoce di Angela Merkel per evitare una spirale di violenza.
Insieme per la convivenza. “La visita di Bergoglio in sinagoga ha il suo significato e la sua forza proprio nel contesto storico che stiamo vivendo. Il nostro incontro vuole concordemente dare un segnale che è attualissimo, importantissimo e urgente: il messaggio che l’appartenenza a una fede, a una religione non deve essere motivo di ostilità, di odio e di violenza ma è invece possibile costruire una convivenza pacifica, sul rispetto e la collaborazione proprio in nome della propria religione”. Così il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni in un’intervista ad Avvenire a pochi giorni dalla visita di Bergoglio in sinagoga il prossimo 17 gennaio.
Siria, rotto l’assedio di Madaya. I primi camion con alimenti e medicinali sono arrivati a Madaya, la città siriana assediata divenuta simbolo della guerra nel paese, mentre nelle stesse ore il presidente francese François Hollande incontrava all’Eliseo il rappresentante dell’opposizione, Riad Hijab. Al termine del colloquio, riporta il Corriere della sera, Hollande ha chiesto il consolidamento di “misure umanitarie immediate nell’ottica di costruire le condizioni di un cessate il fuoco credibile”. Hijab si è detto pronto a negoziare ma, ha anche aggiunto, “non possiamo trattare con il regime mentre ci sono forze straniere che bombardano il popolo siriano”. Il riferimento è agli aerei russi che hanno compiuto raid nella zona di Aleppo.
Mussolini e la Grande Guerra. Repubblica racconta la pubblicazione, scaduti i diritti, di cinque nuove edizioni del diario di guerra di Benito Mussolini, ossia le cronache dal fronte apparse sul “Popolo d’Italia” tra il 1915 e il 1917. “L’inatteso fenomeno editoriale – si legge sul quotidiano – sembra contagiare geografie culturali ed editoriali molto distanti. A tenerli insieme la comune riscoperta di un testo ovviamente riproposto più volte nel ventennio nero, poi rimasto sepolto nell’opera omnia mussoliniana e di fatto ignorato dalla storiografia della grande guerra”.
Le storie del Campo. “Il figlio di Saul ha riportato alla mente le storie che ho sentito in casa da quando sono capace di intendere e volere. Non le vicende con un ‘Happy end’ o le storie dei ‘Giusti’ che hanno salvato qualcuno durante la guerra. Le storie del Campo. Le parole del Campo. Le immagini del Campo”. Così Andrea Fiano racconta il film di Laszlo Nemes sulla Stampa.
Un percorso cieco. Sul Fatto Quotidiano Furio Colombo analizza l’intervista rilasciata ieri al Corriere da Massimo D’Alema sul Medio Oriente definendola “la storia di un percorso cieco, senza un passato di cui vantarsi, senza una visione ragionevole e realistica del futuro”.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
(12 gennaio 2016)