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La musica dei cattivi

Maria Teresa MilanoDOn’t stop believin’. Con questa canzone dei Journey si chiude l’86esimo e ultimo episodio della fortunatissima serie televisiva I Soprano, definita dal New York Times “l’opera della cultura pop americana più importante dell’ultimo quarto di secolo”. È la storia di una famiglia italo-americana mafiosa, in cui come dicono i siti dedicati “la musica è una delle componenti più importanti, se non la principale”.
In effetti è una strana alchimia; mentre l’ambiente e i personaggi sono cristallizzati e chiusi nella gabbia del pregiudizio, la musica vola attraverso il tempo e i generi: lirica, rock progressive, pop, rap, canzonetta. Il consulente musicale è Steven Van Zandt (nome d’arte per Steven Lento, di madre calabrese), collaboratore storico di Bruce Springsteeen che si è dedicato per anni alla lotta al razzismo e che nella serie interpreta il consigliere del boss Tony Soprano perché, a detta del regista, ha un “volto caratteristico”.

REichsmusikkammer, ovvero il Dipartimento Musica del Reich, viene istituito nel 1933 con il duplice obiettivo di promuovere la buona musica tedesca ariana e stabilire criteri di purezza necessari per definire la Entartete Musik, la Musica degenerata. Vengono messi al bando i compositori ebrei, tra cui Felix Mendelssohn e Arnold Schoenberg e quelli politicamente scomodi, come Alban Berg e si compie una persecuzione capillare degli artisti ebrei e zingari in tutta Europa. Sono vietati il jazz in tutte le sue forme, il boogie-woogie, l’honky tonky e il barrelhouse, mentre il fox trot è ammesso nelle serate di intrattenimento, a patto che non superi il 20% delle esecuzioni in programma.

MIster Churchill, how do you do? Hello, hello, your famous convoy are not coming through. You’re nice little fellow, but by now you should now that you never can win this war, canta nella Germania nazista la Charlie’s Orchestra, che passerà alla storia come l’Orchestra del dr. Goebbels. Charlie e i suoi riciclano i grandi successi musicali di Broadway, i classici del jazz e le colonne sonore di Hollywod riscrivendo testi funzionali alla propaganda nazista.

FAccetta nera, bella Abissina, aspetta e spera che già l’ora si avvicina, quando saremo insieme a te, noi ti daremo un’altra legge e un altro re!. Una marcia allegra e trionfale, per celebrare la guerra cruenta e sanguinosa condotta dal regime fascista in Etiopia. Nel ventennio la musica serve padroni diversi e di certo rende un ottimo servizio al Duce. Forse per questo il giornalista e gerarca Asvero Gravelli scrisse: “Il fascismo ha vinto perché aveva le canzoni più belle”.

SOllazzi animati. È il 1946 e per la prima volta la Disney sperimenta l’interazione tra attori e disegno animato con il film I racconti dello Zio Tom, uno schiavo che danza e canta tutto il giorno perché è felice di spaccarsi la schiena nelle piantagioni. Le sue canzoni piacciono a tal punto che nel 1948 il film ottiene la nomination all’Oscar per la miglior colonna sonora. Solo nel 1968, con la vittoria delle dure battaglie per la conquista dei diritti civili, la Warner Bros censurerà e toglierà dal commercio undici dei suoi cartoni animati, in quanto intrisi di ideologia razzista.

LA regina. Zenzi nasce il 4 marzo 1932, in una capanna alle porte di Johannesburg. Vive un’infanzia difficile ma fin da ragazza rivela un talento musicale straordinario, che poco per volta diventa la sua salvezza. Zenzi, la bambina povera perseguitata dall’Apartheid, diventa Miriam Makeba, la regina della musica oggi simbolo della lotta al razzismo. “Sono tre le cose con le quali sono venuta al mondo, le stesse che rimarranno sempre con me fino al momento della morte: la speranza, la determinazione e la mia musica” dichiara in un’intervista. Miriam muore al termine di un concerto, il 9 novembre 2008 a Castel Volturno. Ha 76 anni e sulle sue spalle l’esilio, le battaglie con Nelson Mandela, le violenza, le discriminazioni, il dolore per la perdita prematura della sua amata figlia, ma anche centinaia di concerti e decine di dischi. E come aveva previsto lascia tre cose: la speranza, la determinazione e la sua musica.

SIgnori si nasce. Che certi politici italiani abbiano dimostrato in diverse occasioni poco buon gusto è cosa risaputa: scarsa conoscenza storica, battute infelici e spesso frasi intrise del più puro odio razziale. Gira in rete la performance canora di un politico italiano ben noto per certe dichiarazioni altamente discriminatorie che, abbracciato a una ragazza di colore improvvisa sulla melodia de L’Uva Fogarina “Senti che puzza, scappano anche i cani. Sono arrivati i napoletani… Son colerosi e terremotati…Con il sapone non si sono mai lavati…”. Signori si nasce e qualcuno, a differenza di Totò, modestamente, non lo nacque.

Ascolto: Charlie and his Orchestra

Maria Teresa Milano

(14 gennaio 2016)