Usa – Sanders, consensi in crescita

bernieNelle sfiancante corsa alla Casa Bianca per ereditare la poltrona dello Studio Ovale da Barack Obama, c’è qualcosa di più sorprendente delle sparate del magnate Donald Trump e della presa che la sua capigliatura, dalla dubbia autenticità, ha sul popolo americano; ed è l’avanzata di Bernie Sanders.
Candidato indipendente affiliato al partito democratico, il 74enne Sanders, ebreo di Brooklyn, attuale senatore del Vermont, sta inaspettatamente salendo nei sondaggi e conquistando consensi.
Ultima conferma in ordine di tempo l’endorsement ricevuto dal magazine politico di sinistra The Nation, che nella sua secolare esistenza ha preso posizione schierandosi pubblicamente solo per tre candidati in 150 anni: Jesse Jackson nel 1988, Barack Obama nel 2008 e appunto Sanders. E se Larry David non ha resistito a fargli un’epica imitazione per il Saturday Night Live nella quale il candidato appare come un attempato nonnino ebreo con l’accento di Brooklyn che gesticola e vuole fare la “Revolution”, la comica Sarah Silverman ha deposto le sue battute al vetriolo per gridare “Sanders non è in vendita”.

L’ascesa di Sanders

“Siete pronti per iniziare una rivoluzione politica?”.
Si apre così la campagna di Bernie Sanders, in corsa per le primarie dei democratici che precederanno le presidenziali americane del 2016.
Una rivoluzione, quella di Sanders, sognata fin dagli anni ’60 quando da studente muoveva i primi passi nel Core, il congresso per l’uguaglianza ‘razziale’ e ascoltava con le proprie orecchie Martin Luther King pronunciare l’indimenticabile “I have a dream”.
Nato nel 1941 a New York da genitori ebrei, il padre Eli immigrato dalla Polonia dove perse la famiglia durante la Shoah, Bernie Sanders ha sempre avuto il pallino per la politica tanto da dichiarare: “Nel 1932 Adolf Hitler vinse le elezioni e come conseguenza 50 milioni di persone furono
uccise. Fin da piccolo ho capito che la politica era una questione seria”.
Dopo aver passato un periodo lavorando come volontario per un kibbutz, inizia la propria carriera politica aderendo prima al Liberty Union Party, partito di ispirazione socialista schierato contro la guerra del Vietnam e presentandosi poi come indipendente.
Negli anni ’80 vince le elezioni e diventa sindaco di Burlington, nel Vermont, dove viene confermato per tre mandati e diventa poi rappresentante dello Stato del Vermont al Congresso e Senatore degli Stati Uniti.
Indipendente affiliato ai democratici, Sanders si auto-definisce un socialista democratico: nella sua carriera ha preso posizioni nette il più delle volte, schierandosi contro la guerra in Iraq, il Patriot Act e a favore di una legge a tutela delle unioni omosessuali. “Oggi nel nostro piccolo stato, uno stato che ha guidato la nazione in molti modi diversi – ha dichiarato – sono orgoglioso di annunciare la mia candidatura come presidente degli Stati Uniti. Oggi con il vostro supporto e con il supporto di milioni di abitanti di questo paese, possiamo iniziare una rivoluzione politica per trasformare il nostro paese economicamente, politicamente, socialmente. Oggi siamo qui per dire forte e chiaro: quando è troppo è troppo, questo governo e questa nazione appartengono a tutti i cittadini, non solo a un gruppetto di multimilionari, i loro finanziatori e i loro lobbisti”. Il programma presentato mira a garantire un servizio sanitario come diritto e non privilegio, punta sull’educazione e soprattutto vuole far in modo che il paese diventi “un posto dove ogni persona, non importa la ‘razza’, la religione, le disabilità o il proprio orientamento sessuale realizzi appieno la promessa di uguaglianza dataci per diritto di nascita come americani”.
Sanders ha più volte dichiarato di essere fiero della propria origine ebraica, per quanto non sia osservante. Un’appartenenza che però ha creato qualche incomprensione: in un’intervista alla radio gli è stato ad esempio chiesto se fosse vero il pettegolezzo secondo il quale aveva una doppia cittadinanza; una americana e una israeliana.
Una domanda tendenziosa che ha infastidito non poco il candidato democratico: “Sinceramente non capisco – la sua risposta – ma ho letto la notizia su internet. Mio padre è venuto qui dalla Polonia a 17 anni senza un soldo in tasca. E questa notizia mi offende. Sono ovviamente un cittadino americano e non ho nessuna doppia cittadinanza”.
Falsità accostata da molti alla credenza antisemita che punta il dito su una fantomatica doppia lealtà ebraica verso il paese in cui si vive e Israele.
Durante l’ultimo conflitto con Hamas, Sanders non ha comunque esitato ad esprimersi sulla politica israeliana: “Sta reagendo in maniera troppo forte e ha bombardato attrezzature dell’Onu? Sì, ed è sbagliato, ma d’altra parte siamo nella situazione in cui Hamas sta lanciando missili contro Israele e sappiamo bene da dove provengono questi missili. Provengono da aree popolate: Hamas sta usando i soldi che servirebbero alla popolazione di Gaza (e Dio solo sa quanto servirebbero) per costruire tunnel solo per scopi militari”.

Rachel Silvera

Pagine Ebraiche, ottobre 2015

(15 gennaio 2016)