“Contro gli attacchi antisemiti
la società deve aprire gli occhi”

valls al crif Di fronte alla delicata situazione dell’ebraismo francese, il primo ministro Manuel Valls si è mostrato determinato a mantenere uno sguardo attento e a proseguire con misure concrete sul fronte della sicurezza. Protagonista di un incontro organizzato a Parigi dal Conseil représentatif des institutions juives de France (Crif), la massima rappresentanza ebraica del paese, Valls si è sempre dimostrato un interlocutore aperto e sensibile alle istanze della Comunità ebraica francese. Perché senza gli ebrei, “la Francia non sarebbe la Francia”, ha più volte ribadito il Primo ministro. Soffermandosi sugli ultimi eventi che hanno sconvolto il paese a gennaio e novembre, ma anche sulle tragedie dettate dal fanatismo avvenute in molte altre parti del mondo, ha usato parole forti per denunciare la mancanza di attenzione alla minaccia antisemita che esiste già da molto tempo: “Non si è voluto aprire sufficientemente gli occhi di fronte alla crescita dell’antisemitismo, che costituiva un campanello d’allarme per tutto quello che vediamo oggi”.
“Ci sono sempre più attacchi terroristici in tutto il mondo, dalla Francia al Burkina Faso, dall’Indonesia a Israele. Continua a succedere e noi dobbiamo imparare ad avere a che fare con questa minaccia”, ha affermato Valls. Tra le ragioni che hanno portato a una tale radicalizzazione del problema Oltralpe, il premier, parlando al pubblico del Crif, ha individuato le agitazioni del mondo arabo e “la realtà di alcuni quartieri delle città, dove ai giovani viene insegnato l’integralismo”.
“Le risposte della società – ha osservato – non sono state all’altezza di quello che ci si poteva attendere dopo gli attacchi perpetrati a Tolosa da Mohamed Merah”, ha osservato, citando ad esempio la violenza e le urla di “morte agli ebrei” sentite durante le manifestazioni pro-palestinesi durante il conflitto dell’estate del 2014. Avvenimenti legati secondo lui anche alla mancata denuncia di quelle “critiche alla politica israeliana che si sono trasformate in antisionismo dissimulato quasi sistematicamente in antisemitismo”. È “incontestabile”, ha quindi affermato, che nell’odio nei confronti di Israele vi sia un “paravento per questo nuovo antisemitismo”.
Per Valls l’attuale ci troviamo in un “clima nauseabondo”, dovuto in primo luogo all’attività di organizzazioni che incitano al boicottaggio di Israele. In riferimento al contrasto delle manifestazioni da esse promosse, Valls si è mostrato pronto a un maggiore impegno: “Ne ho già parlato e ne riparlerò con il ministro dell’Interno, le istituzioni governative devono cambiare atteggiamento nei confronti di questo genere di manifestazioni. Basta – il suo appello – non possiamo permettere tutto in questo paese!”.

Francesca Matalon twitte @fmatalonmoked

(19 gennaio 2016)