dialogo…

L’ebraismo è una storia di una realtà religiosa in cui la Torah, il Popolo e la Terra di Israele formano un unicum.
La nostra storia di oggi è la continuazione ininterrotta di questo intreccio. Chiunque abbia cercato, nel corso della storia, di spezzare l’unità tra la Torah è popolo ebraico è stato costretto a definirsi il ‘Verus Israel’, il ‘Nuovo Israele’. Se nella definizione stessa di dialogo tra culture differenti è implicita l’esigenza di entrare in rapporto con l’altro nella sua completezza, è chiaro che se si fa esclusione di uno solo di questi tre elementi, usare il termine dialogo diventa assolutamente improprio e il superamento di alcuni rifiuti cede il passo a nuovi modi di rifiutare.
La Chiesa cattolica in questi ultimi anni ha fatto enormi passi avanti per prendere coscienza dell’indissolubile binomio tra Torah e popolo ebraico. Alla luce dei benefici che ha portato e continua a portare questa amicizia, sarebbe auspicabile che d’ora in avanti, all’interno del dialogo ebraico-cristiano, ci si concentrasse maggiormente nella comprensione e nell’implementazione del terzo punto. E cioè l’importanza che lo Stato di Israele e la sicurezza dei suoi cittadini riveste per noi tutti.
Così come non c’è Torah senza il popolo ebraico, questo binomio non può sussistere senza la Terra di Israele e viceversa. La rinascita di Israele come Stato costituisce una sfida per gli ebrei ma anche per i non ebrei, essendo questo il luogo dove la storia si incontra con lo spirito e nel quale la santità si esprime attraverso quegli attori che interpretano quotidianamente il volere del Creatore.

Roberto Della Rocca, rabbino

(19 gennaio 2015)