Ultradestre a Milano,
c’è anche l’ex ministro

rassegnaFa discutere la partecipazione dell’ex ministro della Difesa Mario Mauro al convegno delle ultradestre d’Europa a Milano. “Sono un cattolico, un popolare, onestamente conservatore” si descrive Mauro al Corriere. E poi aggiunge: “Non sono io a dovermi giustificare, semmai gli organizzatori che dovranno spiegare il motivo dell’invito all’inventore di Mare Nostrum. Io porterò le mie convinzioni e il mio punto di vista filo-occidentale e filo-Atlantico”.

Su Repubblica, ampio reportage di Paolo Rumiz sul Ghetto di Venezia. “Pochi gli abitanti rimasti – si legge – ma bastano e avanzano i muri a raccontare la storia, e quei muri dicono un’assenza che è più forte di una presenza viva. In mezzo al campo, il vecchio pozzo e una fontana gelata. In alto, case altissime, fino a sette piani, le più alte di Venezia, segno di un affollamento (sette metri quadrati a persona) oggi inimmaginabile. Sul lato del Rio San Girolamo, i nomi degli oltre duecento assassinati nei lager. Sugli stipiti delle porte, l’incavo diagonale che alloggiava la mezuzah, l’astuccio scaramantico con i versi della Bibbia. Affacciati alla piazza, i portici con le tracce dei banchi dei pegni. Io sono il Ghetto, dicono quelle pietre”.

Dopo l’anticipazione apparsa su Pagine Ebraiche di gennaio, anche il Corriere recensisce il saggio Writing for Justice (‘Scrivere per la giustizia’), opera dalla professoressa Elèna Mortara e pubblicato negli Stati Uniti da Dartmouth College Press. Il libro tratta dell’impegno dell’intellettuale afroamericano Victor Séjour per sensibilizzare l’opinione pubblica sul caso di Edgardo Mortara. “Séjour era un cattolico devoto – viene spiegato – ma giudicava inaccettabile una simile ferita inferta al valore della famiglia”.

Sul domenicale del Sole 24 Ore Viviana Kasam presenta il grande concerto-omaggio ad Arturo Toscanini in programma il 27 gennaio prossimo. “Con i tre concerti per il Giorno della Memoria – racconta – abbiamo cercato di ridare la voce e l’identità culturale a coloro cui la persecuzione ha cercato di toglierla: agli strumenti destinati a tacere per sempre, alle musiche che si è cercato di cancellare, uccidendo che le scriveva e chi le interpretava, e impedendone l’esecuzione pubblica. Ora, con questo concerto, speriamo di contribuire a diffondere la consapevolezza che si può resistere al Male, che si possono avere e realizzare grandi sogni anche nelle avversità”.

Alla vigilia della visita di Rohani a Roma il Giornale intervista Naor Gilon, ambasciatore israeliano in Italia. “Rohani arriva a Roma alla vigilia del Giorno della Memoria, mentre nel suo Paese, come ogni anno, viene bandito un concorso con premi in denaro per la migliore vignetta che prende in giro l’Olocausto. Sarebbe giusto – afferma il diplomatico – che il governo italiano prendesse una posizione pubblica, non nel chiuso delle stanze, su almeno uno dei tanti temi che l’accordo sul nucleare non ha nemmeno scalfito”.

“Ero molto emozionata ma anche fiera di rappresentare la mia comunità. Quando si deve rappresentare una comunità come la nostra, bisogna fare al meglio e nel mio abbigliamento volevo mostrare un momento di orgoglio: era importante che venissero ribaditi certi tratti che caratterizzano la bimillenaria comunità di Roma”. Così la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello in una intervista a La Stampa sulla recente visita del papa in sinagoga.

Considerato da Strehler uno dei cinque grandi attori italiani del ‘900, Arnoldo Foà compirebbe oggi 100 anni. L’anniversario sarà celebrato per tutto il 2016 con una serie di iniziative accolte dalle città a lui più care per rievocare un personaggio – scrive il Messaggero – “che ha attraversato la storia del nostro Paese, dalla guerra alle leggi razziali, dai successi in teatro alle battaglie per la nascita del Sindacato Attori”.

Viene alla luce, dopo molti anni, l’accordo che sarebbe stato siglato da Olp e governo svizzero per evitare attentati su voli di linea elvetici o in strutture e ambienti della Confederazione. “I documenti dell’accordo (‘la resa al terrorismo’: titolano i quotidiani in Svizzera) sono ancora secretati, il governo attuale dice di non saperne niente. Anche l’Italia, negli stessi anni, avrebbe stipulato un’intesa con i gruppi legati ad Arafat, come hanno rivelato Francesco Cossiga, l’ex presidente della Repubblica morto nel 2010, e Bassam Abu Sharif in due interviste al Corriere della Sera nel 2008” (Corriere).

Sul Giorno, intervista sul tema del negazionismo allo storico Claudio Vercelli. “Per il negazionista – dice Vercelli – il nazismo è un’ideologia come le altre, con la colpa di essere stata sconfitta e sottoposta ad una ‘dannato memoriae’ immeritata. È un modo per riabilitarsi. Il suo obiettivo è mutare il giudizio di valore condiviso e consolidato dall’opinione pubblica stravolgendo il dato di fatto. Per farlo, purga il Terzo Reich degli aspetti più devastanti”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(24 gennaio 2016)