DafDaf – Diritti e rispetto tra musica e arte
Non cedere al male è possibile
“Il mio nome è Arturo. Sono nato il 25 marzo 1867 a Parma. Papà Claudio e mamma Paolina lavoravano come sarti ed avevano una grande passione per la musica, proprio come me, che ho iniziato prestissimo a studiare violoncello, pianoforte e composizione alla Regia Scuola di Musica di Parma”. Inizia così la rubrica “musica, maestra!”, che in occasione del grande concerto del 27 gennaio all’Auditorium Parco della musica di Roma è dedicato ad Arturo Toscanini. Pagine in cui Maria Teresa Milano ha scelto di dare voce al grande direttore d’orchestra, che racconta in prima persona ai giovani lettori come non cedere al fascismo fosse possibile.
“Il mio nome è Arturo. Sono nato il 25 marzo 1867 a Parma. Papà Claudio e mamma Paolina lavoravano come sarti ed avevano una grande passione per la musica, proprio come me, che ho iniziato prestissimo a studiare violoncello, pianoforte e composizione alla Regia Scuola di Musica di Parma”. Inizia così la rubrica “musica, maestra!”, che in occasione del grande concerto del 27 gennaio all’Auditorium Parco della musica di Roma è dedicato ad Arturo Toscanini. Pagine in cui Maria Teresa Milano ha scelto di dare voce al grande direttore d’orchestra, che racconta in prima persona ai giovani lettori come non cedere al fascismo fosse possibile: “Proprio negli anni della mia ascesa, in Italia faceva la sua ascesa, di ben altro tipo, il signor Benito Mussolini, il Duce. Se c’è un uomo che non ho mai sopportato è proprio lui e trovavo squallida e pericolosa la sua propaganda. Anche la musica, o almeno una parte di essa, era a servizio del regime, ma io no. ‘Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza. Della vita, nell’asprezza, il tuo canto squilla e va…’. L’avete mai sentita questa canzone? La cantavano gli squadristi, era il simbolo stesso della loro violenza, delle botte e dell’olio di ricino. Altro che primavera di bellezza! E così, quando nel 1931 al Teatro Comunale di Bologna mi hanno chiesto di dirigerla io ho risposto che mai e poi mai mi sarei piegato a questo. Pammm! Mi sono preso un ceffone in pieno viso da quei fascistoni ignoranti ed è stato lì che ho deciso di partire, quell’Italia non era più la mia”. Come raccontato dal dossier di Pagine Ebraiche intitolato “Toscanini, la musica della libertà”, il maestro scelse nel 1936 di andare in Eretz Israel, per dirigere i primi concerti della neonata Palestine Orchestra, fondata dal Maestro Huberman, in cui trovarono rifugio i musicisti ebrei che fuggivano dalle persecuzioni in Europa. Investire nei giovani, mettere grande attenzione nella didattica: è questa la più grande eredità di Toscanini, così DafDaf propone ai giovani lettori i laboratori e gli incontri della Fondazione a lui intitolata, per scoprire la bellezza della musica, senza scordare la storia di un grande Maestro, che seppe tenere la schiena diritta. Con l’aiuto della sua arte.
E il connubio fra arte e diritti, fra rispetto e conoscenza di tutti i popoli, ciascuno nelle proprie diversità artistico-culturali sono i principi su cui quotidianamente lavora la PInAC, una pinacoteca speciale che espone solo i disegni dei bambini, che arrivano da tutto il mondo. Il suo logo, reinterpretato da Luisa Valenti, apre il numero 65 di DafDaf, in distribuzione in questi giorni, e racconta di gioia, allegria e impegno. Come raccontano le pagine “arte”, la PInAC ha aperto negli anni Cinquanta e da allora collabora con le scuole, organizza mostre e favorisce l’avvicinamento di bambini e bambine all’arte. Ma è anche un centro di studi che agli adulti propone formazione e convegni sia sull’arte che sul diritto dei più giovani ad esprimersi. Di linguaggi parlano anche le pagine dedicate a “storia e storie” che questo mese sono dedicate a Eliezer Ben Yehuda, “il grande creatore della lingua ebraica moderna, quella che ogni giorno parlano milioni di cittadini israeliani e che fino a poco più di un secolo fa non esisteva proprio”. Quando diceva “L’ebraico verrà parlato prima dentro la sinagoga, poi nella casa di studio, poi nelle scuole e dalle scuole entrerà dentro le case e… diventerà una lingua viva” in molti pensavano la sua idea fosse una pazzia, “lui però non smise mai di leggere libri e giornali in ebraico e ingegnarsi nell’inventare nuove parole da inserire nel suo celebre Vocabolario completo dell’ebraico antico e moderno (1908-1959). La prima parola che creò fu proprio ‘millon’, che significa dizionario”.
Risponde alle domande dei bambini, la morà DafDafà, che per spiegare cosa siano i pasti “di latte” e i pasti “di carne”, e perché si debbano usare stoviglie separate ha pensato di lasciar parlare le stoviglie stesse, anzi le posate “che sono più chiacchierone”. Sono così due cucchiai a rispondere agli interrogativi dei lettori. Alle cose buone è dedicata la nuova rubrica “eretz”, che da questo mese vuole offrire ai lettori del giornale ebraico dei bambini qualche spunto sulla realtà di Israele, un paese dove la cioccolata arriva “nel sacchetto”, in modo che ai più golosi basta morderne un angolo… Come forse farebbe Liora, protagonista della rubrica “io sono” di questo mese, che si descrive come “interessante” e a cui mettono tristezza “i genitori che stanno tutto il tempo a lavoro e non stanno con i figli”.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(26 gennaio 2016)