“Difendiamo la Memoria viva”
“Auschwitz, con i suoi reticolati, le camere a gas, le baracche, i forni crematori non ci abbandona. Al contrario, ci interpella costantemente, ci costringe ogni volta a tornare sul ciglio dell’abisso e a guardarvi dentro, con gli occhi e la mente pieni di dolore e rivolta morale”.
È quanto affermato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della solenne cerimonia per il Giorno della Memoria svoltasi questa mattina al Quirinale alla presenza delle più alte cariche dello Stato, a partire dal presidente del Senato Pietro Grasso e dalla presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini.
Un discorso carico di significato che ha affrontato senza sconti il tema della responsabilità nelle persecuzioni antiebraiche e nella Shoah, già portato all’attenzione del pubblico dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in apertura di cerimonia.
“Gli orrori compiuti nei lager, ai quali si è arrivati anche a causa di gravissime responsabilità italiane, che ancora oggi spesso si finge di ignorare o si cerca maldestramente di minimizzare, rappresentano la caduta nel baratro della condizione umana e la negazione di ogni diritto fondamentale” aveva infatti affermato il presidente dell’Unione.
“Anche se la persecuzione degli ebrei in Italia non fu, per intensità e vastità, paragonabile a quella realizzata nella Germania nazista, bisogna sapere e ricordare che il tragico percorso delineato dallo storico Raul Hilberg, nel nostro paese si è svolto per intero” ha spiegato Mattarella ripercorrendo l’intero percorso d’infamia: la bollatura come “diversi” degli ebrei, le discriminazioni di carattere scolastico, professionale, economico e politico; l’arresto e la deportazione nei campi di concentramento. Infine la liquidazione, “per usare la terribile espressione dei burocrati nazisti”.
Il numero non esiguo dei Giusti italiani, ha quindi aggiunto, “non può far dimenticare l’onta delle leggi razziali”. E soprattutto la circostanza che alla ‘caccia all’ebreo’ decretata dai nazisti in Italia, dopo l’otto settembre, “parteciparono attivamente, con zelo e ferocia, in tanti”. Mattarella ha inoltre denunciato il moderno antisemitismo che “si fa schermo dell’antisionismo” e che “dobbiamo combattere”.
Significativo l’apprezzamento espresso dal presidente UCEI per il modo in cui il capo dello Stato ha trattato il tema della Memoria, anche più recente, nel suo primo anno di mandato.
“Hanno emozionato l’Italia intera – le sue parole – le immagini del Suo solenne raccoglimento davanti alle Fosse Ardeatine, teatro di uno dei più efferati crimini compiuti dai nazisti, con la complicità dei fascisti, nel nostro Paese. Fu quello il Suo primo atto come Capo dello Stato: una scelta che denota quali siano i valori per cui intende battersi e nel solco dei quali sta conducendo la Sua azione politica e di indirizzo a milioni di cittadini”.
E sono rimaste impresse nel nostro cuore, ha poi aggiunto, “le parole che lei pronunciò in ricordo del piccolo Stefano Gaj Taché, che aveva appena due anni quando fu mortalmente raggiunto da colpi di arma da fuoco esplosi da terroristi palestinesi all’uscita del Tempio Maggiore di Roma”.
ll ricordo della Shoah deve essere “custodito gelosamente dalle generazioni e tramandato nei tempi, perché questi orrori non abbiamo più a ripetersi”. Così il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che ha ricordato l’importanza dei viaggi della Memoria annualmente organizzati con il sostegno dell’UCEI e ringraziato gli studenti intervenuti e premiati per i loro elaborati sulla Shoah. Ad essere sottolineata in particolare l’importanza nella formazione civile e culturale dei giovani “della conoscenza diretta” di quei terribili avvenimenti. “Dobbiamo e possiamo porre un argine al razzismo. E questo – ha poi detto – deve avvenire anche attraverso la forza disarmante del ricordo e della libertà”.
Struggenti le parole del Testimone Sami Modiano, che ha confidato la domanda che da sempre lo tormenta: “Perché sono sopravvissuto?”. Una domanda che ha trovato risposta “da dieci anni a questa parte”. E la risposta sono “i ragazzi”, i nuovi custodi della sua storia di sofferenza e del messaggio rivolto alle nuove generazioni.
Tra i vari esempi di coraggio citati da Aldo Cazzullo, che ha condotto la cerimonia, due fiorentini illustri: il cardinale Elia Dalla Costa e Gino Bartali, entrambi riconosciuti Giusti tra le Nazioni dallo Yad Vashem.
Grande emozione inoltre per un momento musicale che anticipa il grande concerto in memoria di Arturo Toscanini in programma questa sera al Parco della Musica e per la proiezione del trailer del documentario “Una storia di particolare”, ideato e realizzato da Claudio Della Seta, con cui si è aperta la cerimonia.
(27 gennaio 2016)