Qui Torino – L’attualità e la lezione del passato
Si è svolta nelle scorse ore in Sala Rossa a Torino la Cerimonia per il Giorno della Memoria alla presenza di numerose autorità e associazioni, tra cui l’ANPI e la Croce Rossa Italiana. La cerimonia – a cui hanno preso parte tra gli altri il sindaco di Torino Piero Fassino, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, e per la Comunità ebraica, il rabbino capo di Torino rav Ariel Di Porto e il presidente Dario Disegni – rientra nella cosiddetta “Settimana della Memoria”, per la densità di appuntamenti ed eventi che si dispiegano da alcuni giorni per i luoghi della città. A moderare gli interventi è il presidente del Consiglio comunale Giovanni Porcino, che in apertura ricorda alcune parole di Elie Wiesel, scrittore e Premio Nobel per la pace: “Il silenzio non aiuta mai la vittima, aiuta il suo aggressore”. “Mai più indifferenti”, il monito di Porcino. A seguire l’intervento di Nino Boeti, vicepresidente del Consiglio regionale, che definisce la Shoah “il pozzo più nero e profondo dell’intera umanità”. “Settantuno anni fa si aprivano i cancelli di Auschwitz e in quel momento – ha continuato Boeti – l’ora della libertà si scontrava con l’ora delle barbarie”. Sono poi i più giovani prendere la parola, studenti della scuola media Ugo Foscolo che hanno aderito al Progetto Pietre d’Inciampo, promosso dalla Comunità ebraica di Torino, il Museo Diffuso della Resistenza e il Goethe Institut Turin. In questo modo gli studenti hanno potuto approcciarsi al tema in modo innovativo e stimolante, spiega Guido Vaglio, direttore del Museo Duffuso, non limitandosi a studiarlo passivamente sui libri di storia. Il Presidente della Comunità Ebraica di Torino Disegni, pone invece l’accento sul vero carattere di questa giornata, che deve essere innanzitutto un momento di conquista di consapevolezza sull’attualità. “Non si tratta solo di parlare e ricordare un certo passato, quel passato, bensì di dotarsi, attraverso il ricordo di trascorsi così tragici, di strumenti per la comprensione del presente e per la costruzione del futuro”. Si sofferma poi sul senso di un “uso pubblico della Memoria”, una memoria che tende a sbiadire con il passare del tempo, sotto lo scacco di “monumentalizzazioni del ricordo, ma anche sacralizzazioni della memoria della sofferenza che cristallizzano la storia, restituendocene un’idea più immaginaria che reale”. Centrale è lo scenario presente, soprattutto quando si ricorda il passato: “Non dimentichiamoci che la radicalità dello sterminio non è un’incomoda parentesi del passato, ma rimanda direttamente al presente, al nostro presente”.
A concludere la cerimonia le parole del sindaco Fassino, per ricordarci che dolori e sofferenze non si sono ancora esauriti nel mondo. La tragedia della Shoah non è bastata. “È nostra responsabilità batterci affinché nessuno sia oppresso e represso per la propria identità religiosa, politica, e sessuale”. Ed ecco che il dovere della memoria si salda con il dovere di azione.
Alice Fubini
(28 gennaio 2016)